FNOMCEO: No a trattamenti terapeutici esagerati. Occorre sempre valutare l’obiettivo di una cura
No alle terapie e ai trattamenti medici esagerati: il no arriva dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri attraverso le parole del suo presidente Amedeo Bianchi. Dopo infatti la sentenza della Corte di Cassazione in cui emerge che i chirurghi che affrontano operazioni che non hanno una speranza agiscono “in dispregio al codice deontologico che fa divieto di trattamenti informati a forme di inutile accanimento diagnostico terapeutico”, l’associazione fa sentire la sua voce. Amedeo Bianchi ha infatti dichiarato che una cura considerata esagerata, che non ha speranza di salvare la vita a malati terminali, deve essere valutata “anche rispetto all’obiettivo del medico, che potrebbe avere scopi palliativi giusti o prevenire conseguenze drammatiche per la qualità di vita del paziente”. Secondo quanto ha dichiarato Bianco, la Cassazione, si è espressa su due versanti. Nel primo ha individuato un profilo di colpa per una lesione della milza non riconosciuta, che ha portato alla morte della paziente e che si è tradotta in una condanna per omicidio colposo. Nella seconda parte, la Cassazione fa un rilievo deontologico, perchè il chirurgo avrebbe sottoposto una paziente ad un intervento senza una ragionevole aspettativa. E il codice, oggettivamente, vieta atti diagnostici e terapeutici sproporzionati, ovvero non utili alle giuste attese di guarigione o miglioramento della qualità di vita.