Focus sulla legislazione europea di interesse per le nostre imprese: in arrivo i bandi UE Smart Cities per l’innovazione nelle città
Grazie ai piani di sviluppo delle Smart Cities si stanno moltiplicando le opportunità di business per le nostre imprese, sostenute da specifici programmi di finanziamento a livello europeo, volti alla realizzazione di beni e servizi intelligenti di pubblica utilità ed innovativi software di gestione. Il tutto grazie a tecnologie abilitanti oggi disponibili sul mercato e alla riorganizzazione di poli tecnologici e distretti industriali.
Nell’arco dei prossimi due anni la Commissione europea ha in programma circa 200 milioni di euro per la creazione di Smart Cities. È quanto reso noto dopo la riunione del gruppo di alto livello dell”European Innovation Partnership for Smart Cities and Communities’ che ha adottato un ‘Piano strategico di attuazione’ per accelerare lo sviluppo delle città intelligenti, articolato sulle aree dei distretti sostenibili, della mobilità urbana sostenibile, delle infrastrutture integrate nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’Ict.
Gli investimenti, che nell’arco di 7 anni arriveranno a sfiorare la soglia dei 30 miliardi di euro finalizzati all’innovazione e frutto della programmazione europea 2014-2020, punteranno a valorizzare il ruolo delle città come fonti di attività economica europea e di innovazione, affrontando allo stesso tempo i problemi dell’inquinamento e dell’uso sostenibile delle risorse; inoltre, il Piano intende favorire il coinvolgimento dei cittadini nella definizione delle politiche locali e lo scambio di buone pratiche e nuovi modelli di business.
All’interno di questo quadro, un ruolo importante sarà poi rivestito dai Lighthouse Projects, cioè dalle iniziative delle città che sapranno sviluppare soluzioni innovative applicabili su larga scala. Questi progetti saranno in parte finanziati dalla Commissione europea nell’ambito del nuovo programma per la ricerca e l’innovazione Horizon 2002.
I dettagli sui prossimi passi e sui finanziamenti diretti della Commissione europea – cui si aggiungeranno i fondi strutturali nell’ambito della politica di coesione 2014-2020, che nel caso dell’Italia ammonteranno a circa 5 miliardi di euro – saranno annunciati in occasione della conferenza di lancio del Piano strategico il prossimo 26 novembre cui avrà accesso in tempo reale lo Studio Legale Di Vizio & Venezia iscritto al Transparency Register della Commissione Europea.
Si ricorda, infine, che il partenariato Europeo per l’Innovazione lancerà una call “Smart Cities and Community Commitments”, nei primi mesi del 2014, bando pubblico per l’implementazione di progetti sulle Smart Cities allo scopo di raggiungere un triplice obiettivo per l’Europa: migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentare la competitività di industrie e PMI, e avere infrastrutture più integrate in ambito di energia sostenibile, sistemi TIC e trasporti.
Un appuntamento che l’Italia non può permettersi di mancare. Per centrare l’obiettivo è necessario avviare cambiamenti strutturali nel modo di progettare gli interventi, nella governance dell’innovazione, oltre a delle partnership sinergiche tra pubblico, privato e cittadinanza attiva. I finanziamenti verranno però inviati al nostro Paese solo a patto che si dimostri capace di spendere, ovvero di far fruttare questi soldi stanziati dall’UE. Finora non è stato esattamente così: quasi a fine 2013, l’Italia ha utilizzato solo il 40% dei fondi UE disponibili per il periodo 2007-2013. Quello che si rende necessario ed urgente è che le Amministrazioni inizino realmente a lavorare in rete e a fare sistema sia al proprio interno, coinvolgendo anche le imprese, sia tra Amministrazioni omologhe, oltre ad una regia centrale che guidi verso la costruzione della comunità intelligente. Abbiamo già esempi “illuminati” come il Comune di Genova che ha avviato delle politiche per la mobilità, o Modena con la sua nuova stazione intermodale, o ancora Milano con le nascenti “isole digitali”, Bari con il suo impegno a favorire le imprese di giovani, il progetto di smart environment di Ferrara, la rigenerazione urbana partecipata di Lecce, la knowledge economy di Reggio Emilia, la gestione unitaria del patrimonio storico e artistico di Firenze, o la rete civica di Bologna.
Le città partecipanti dovranno dimostrare la fattibilità di progetti che puntano a raggiungere risultati che vanno al di là degli attuali obiettivi delle politiche europee sull’energia e il cambiamento climatico (riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2020). Queste città, 25-30 entro il 2020, saranno i nuclei dai quali nasceranno reti intelligenti e una nuova generazione di edifici e di soluzioni di trasporto a basse emissioni destinati a trasformarsi in realtà di scala europea che cambieranno il futuro energetico dell’UE.
A cura di Studio Legale Di Vizio & Venezia – Ufficio Business Europa e GEIE Eurolawyers – Sede Affiliata NOI Consumatori Cassino – www.dviure.com