Fondo patrimoniale: con il conto corrente in rosso è revocabile
Il fondo patrimoniale può essere revocato e reso inefficace nei confronti della banca se il conto corrente del debitore era già in rosso al momento della costituzione del fondo stesso.
A dirlo è la Corte di Appello di Roma che ha accolto l’azione revocatoria proposta da un Istituto di credito nei confronti di un proprio correntista: quest’ultimo aveva costituito un fondo patrimoniale quando già il suo rapporto con la banca era in passivo e il conto corrente portava il segno “meno”.
Come già spiegato in queste pagine, il fondo patrimoniale può essere revocato entro cinque anni dalla sua costituzione se è stato creato col fine di frodare i creditori. L’azione può essere proposta solo dai creditori già esistenti al momento della nascita del fondo e non da quelli successivi.
Secondo la sentenza in commento, la banca che sia creditrice di somme di denaro sulla base di un rapporto di conto corrente in rosso ha diritto a chiedere l’azione revocatoria. Non è quindi necessario – perché la costituzione di un fondo, da parte del debitore, si qualifichi come atto fraudolento – che l’istituto abbia già iniziato le azioni giudiziarie o esecutive. La semplice passività fa scattare la consapevolezza, nel correntista, di ledere le ragioni di un creditore. E quindi il suo atto è revocabile.
Può quindi essere del tutto inutile cercare di salvare i propri immobili (casa, terreno, ecc.), con la costituzione del fondo patrimoniale, se si ha già un debito con l’istituto di credito.