Fotovoltaico, quanto costa la bolletta domestica del sole?
Tutto si riduce a una questione di costi. L’Italia nel 2008 è diventato
il quinto paese al mondo come capacità fotovoltaica installata dopo
Germania, Spagna, Giappone e Stati Uniti. Per la stragrande
maggioranza, si tratta di impianti di piccole dimensioni: domestici o
poco più. Il motivo è presto detto: gli incentivi del Conto Energia, al
momento, sono considerati i migliori al mondo. Il 2009 procede a un
buon ritmo e il tetto di 1.200 megawatt verrà verosimilmente raggiungo
entro fine 2010. Poi gli incentivi resteranno, ma ridotti. E la grid
parity? È in fondo al percorso. Nel momento in cui l’energia elettrica
prodotta con i raggi del Sole potrà competere da sola con la bolletta
tradizionale, il fotovoltaico camminerà con le sue gambe.
Sì, ma quando? La risposta è varia, non univoca, spesso
strumentale. C’è chi dice che ormai ci siamo e chi parla di almeno 7-8
anni. Proviamo a fare due conti su scala domestica. La bolletta
energetica, in media, «si aggira sui 20 centesimi di euro per Kwh»,
spiega Davide Valenzano, coordinatore dell’area monitoraggio del Gse.
Il fotovoltaico costa di più. Dipende dalla geografia del posto (ore di
insolazione annue) e dalla grandezza del l’impianto. Secondo lo studio
«Il valore dell’energia fotovoltaica in Italia» realizzato da Arturo
Lorenzoni, docente di economia dell’energia all’Università di Padova e
allo Iefe (Bocconi) per il Gifi (il gruppo delle aziende del settore
aderenti alla Confindustria attraverso l’Anie) nel caso dei piccoli
impianti, tra 1 e 6 Kw di potenza, la “bolletta” dell’elettricità di
origine solare varia dai 51,3 centesimi per Kwh nel Nord del Paese,
dove le ore di insolazione annue sono 1.100, ai 37,6 euro del
Mezzogiorno (1.500 ore di sole). In media, più del doppio di quanto
siamo abituati.
Oggi l’incentivo italiano paga 45 centesimi per ogni Kwh messo in
rete. «A questo va aggiunto lo scambio sul posto, una sorta di
magazzino dove si può depositare l’energia in eccesso, salvo poi
recuperarla quando c’è bisogno», continua Valenzano. Secondo il Gse in
11 anni un utente domestico medio si ripaga l’investimento iniziale,
poi ogni briciolo di energia fotovoltaica è gratuita finché l’impianto
funziona. I pannelli sono generalmente in garanzia per 25 anni. Il
Conto Energia rende la tecnologia conveniente. L’investimento iniziale
non è per tutti, ma le banche offrono qualche sostegno.
Proviamo ora a immaginare un mondo senza incentivi. Qual è il
numero che identifica la grid parity? A livello domestico, la variabile
preponderante è il prezzo dell’impianto. Va diviso per gli anni di
esercizio. Quando il risultato è uguale a quanto si spenderebbe per gli
stessi anni con le fonti tradizionali, si è raggiunto il magico punto
di equilibrio. «Solo che il prezzo della bolletta dipende dalle fonti
fossili e dal mercato dell’energia, e dunque è variabile», dice
Lorenzoni. Secondo diverse analisi l’Italia sarà uno dei primi paesi al
mondo a raggiungere questo obiettivo, visto che ha le bollette più
salate d’Europa e buona insolazione. Il prezzo della tecnologia è in
discesa. Secondo la ricerca, oggi, in Italia, un impianto costa 4.200
euro al Kw. Nel 2010 sarà 3.733 euro. Nel 2020, 2.178 euro. Dunque la
metà. «Se un anno fa avessi detto che il prezzo dei moduli sarebbe
crollato del 40%, mi avrebbero preso per pazzo», scherza Lorenzoni,
sottolineando l’aspetto più intrigante del fotovoltaico. La partita si
gioca proprio sul costo dei moduli, che pesa per il 70% sul totale.
Una risposta certa sulla grid parity, dunque, non esiste. Troppe
variabili in gioco. E soprattutto «la ricerca spasmodica di questo
equilibrio economico non è l’aspetto più importante – conclude
Lorenzoni –, la priorità è che l’industria raggiunga un’economia di
scala tale da consentirgli di investire ancora in ricerca». Un passo
alla volta. Nel frattempo il Gifi ha proposto un taglio degli incentivi
fino al 20% che garantirebbe l’installazione di 15mila Mw di impianti
fotovoltaici al 2020 e la creazione, lungo tutta la filiera, di almeno
90mila posti di lavoro.