Frutta e vegetali causa del 72% delle allergie alimentari
Le allergie più comuni sono frutta e verdura (72%), seguite da crostacei (13%), pesce (4%), latte (3%), uovo (3%) e cereali (2%). Questi dati sono stati diffusi in occasione del congresso AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Territoriali ed Ospedalieri) e fanno riferimento a una ricerca sulle allergie alimentari condotta in 17 Centri, distribuiti in 10 regioni italiane, che ha coinvolto oltre 25 mila pazienti adulti.
In pazienti con allergia ad alimenti di origine vegetale la proteina allergenica più spesso responsabile di sensibilizzazioni, e quindi di reazioni allergiche, è la LTP (lipid transfer protein), un allergene del regno vegetale frequentemente cross-reagente presente nella pesca, albicocca, prugna ma anche noce, nocciola, arachide, mais, riso. Sembra che la prevalenza dell’allergia all’LTP aumenti gradualmente con la latitudine, con un marcato aumento nelle regioni meridionali. Verosimilmente le variazioni geografiche emerse da questa indagine rappresentano lo specchio di differenze di esposizione agli allergeni respiratori e di differenti abitudini alimentari.
”C’è troppa disinformazione, soprattutto nel campo delle allergie ed intolleranze alimentari – afferma M.Beatrice Bilo’, presidente AAITO – almeno il 60% dei pazienti hanno praticato cure errate e hanno riscontrato diagnosi diverse da quelle che, da soli, avevano scoperto. Troppe le persone che credono di essere allergiche o intolleranti ad un alimento, e si curano senza aver contattato degli esperti, con una dieta ‘fatta in casa’ che potrebbe provocare disturbi reali, soprattutto nei bambini ed anziani. La presenza del web e dei siti di ‘counseling on line’, infatti, facilita l’autodiagnosi, ma spesso questa è bagliata. Il ruolo degli specialisti è essenziale: se si vuole fare economia, è necessario affidarsi a test diagnostici scientificamente validati ed eseguiti da esperti del settore”.
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