Garante Privacy: stop sciacallaggio di tv e giornali sul caso delle baby-prostitute
”Non so dire se mi fa più orrore lo spettacolo voyeuristico messo in piedi da molti giornali e trasmissioni o piuttosto constatare che ci si interessa ai ragazzi solo di fronte a casi di cronaca violenti. In questa vicenda, l’eccessiva attenzione rivolta dai media alle adolescenti coinvolte ha relegato gli adulti ad un ruolo secondario mentre occorre agire sulla ‘domanda’, come da tempo raccomanda all’Italia anche il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia”. Queste le parole, dagli studi della ”Vita in diretta”, di Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’adolescenza.
Spadafora esprime sconcerto per il modo in cui i media stanno affrontando il caso delle ‘baby-squillo’: ”Gli adulti che inducono le minorenni alla prostituzione vivono tra noi, sono i nostri colleghi, i nostri amici, i nostri fratelli, i nostri padri. È inaccettabile la tolleranza che la nostra società sembra mostrare contro questi reati. L’attenzione si sposta sulle vittime, oltretutto non sempre riconosciute come tali, mentre gli adulti autori del reato escono così di scena. Mi auguro che al più presto sfruttatori e clienti paghino davanti alla legge il danno gravissimo fatto alle ragazzine. Che cioè siano gli adulti il centro dell’interesse, prima di tutto giudiziario e casomai mediatico”.
”Il mondo dei media – continua Spadafora – non si è fatto scrupolo alcuno di riportare dialoghi, di indugiare sui dettagli degli incontri; di raccontare la giornata-tipo di ogni ragazza. Pagine e pagine di giornali, ore di trasmissioni per fomentare la curiosità morbosa di un pubblico che sembra non rendersi conto di avere un potere tra le mani: possiamo cambiare canale, non comprare più i giornali che non rispettano, prima di tutto e soprattutto, la dignità delle persone di minore età coinvolte in fatti di cronaca. Tutti possiamo avere un ruolo per frenare questo squallore mediatico, a cominciare dal mondo dell’informazione. Ecco perché rivolgo un appello ai direttori delle principali reti televisive perché sanzionino le trasmissioni che trattano in modo scorretto questi temi così delicati, richiamando l’attenzione degli autori e dei conduttori televisivi al rispetto della dignità di queste ragazze come di tutti i minorenni coinvolti in modo diretto e indiretto in episodi di questo genere”.