Nuovi aumenti in vista per il gas a partire dal 1 aprile prossimo, è quanto prevede il C.R.E.E.F. – Centro Ricerche Educazione e Formazione della Federconsumatori. Secondo le rilevazioni di quest’ultima, in assenza di interventi strutturali dell’Authority dell’Energia, si registrerà un aumento di spesa di circa 10 euro su base annua per una famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi di metano all’anno. Aumenti che si vanno ad aggiungere a quelli di +92 euro già registrati nei trimestri del 2010 e di +13 Euro del 1 gennaio 2011.
La bolletta annua del 2011, se continua questo trend di aumenti ininterrotti, rischia addirittura di raggiungere il record raggiunto già nel 2009, quando una famiglia tipo con un consumo di 1.400 metri cubi ha pagato 1.114 euro. La spesa più alta registrata dal dopoguerra a oggi.
La forte spesa annua è legata all’andamento del prezzo del petrolio al quale le tariffe del gas sono legate e indicizzate in modo improprio. Le quotazioni del greggio sono passate dai 10 dollari del 1999 ai 147 dollari del luglio 2008. L’altalena dell’oro nero è continuata fino a raggiungere, oggi, la quotazione di circa 86 dollari al barile. E, pur con l’euro che si è recentemente deprezzato sul biglietto verde, le oscillazioni al rialzo del petrolio rappresentano un pericolo per i bilanci di milioni di famiglie già notevolmente falcidiati dalla grave recessione in atto.
Purtroppo non c’è solo il gioco della domanda e dell’offerta a tenere alto il prezzo del petrolio e le tensioni nei grandi paesi produttori. Ricordiamo da cinque anni a questa parte la speculazione finanziaria ha fatto la sua parte. E quella sui prodotti petroliferi si riflette automaticamente sul prezzo del gas. Senza dimenticare che ormai il 60% della stessa produzione di energia avviene mediante l’impiego di gas, l’aumento della bolletta petrolifera è ancora più preoccupante per l’Italia visto che importiamo il 90% del metano necessario.
In questo contesto, chiediamo al governo misure urgenti e congiunturali, per il superamento dei ritardi “infrastrutturali”, favorendo l’aumento della capacità di importazione dei gasdotti, la costruzione di rigassificatori e di impianti di stoccaggio con le massime garanzie di sicurezza, per far fronte alla “modulazione stagionale”. Sono misure che, tra l’altro, possono limitare la nostra esposizione al ricatto da parte di paesi fornitori di materie prime, come purtroppo avviene puntualmente ogni anno. E’ fondamentale inoltre costruire un processo di concorrenza nel settore del gas ancora dominato dal monopolio dell’Eni nell’importazione della materia prima. Una condizione utile perché si sviluppi anche “a valle” una concorrenza vera sulle bollette del gas.
“Ma si può e si deve fare di più anche sul fronte dei consumatori.” – afferma Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori e Responsabile del C.R.E.E.F. – “Per questo chiediamo al Governo l’adozione di alcune misure urgenti per bloccare l’ulteriore aumento delle bollette.”
Innanzitutto è necessario ridurre l’eccessiva imposizione fiscale che incide su ogni metro cubo consumato per il 39% portandolo progressivamente verso la media europea che è del 20%. Bisogna poi ridurre l’Iva dal 20 al 10% per le utenze domestiche per tutte le tipologie di consumo. Si potrebbe per esempio prevedere un meccanismo di sterilizzazione automatica dell’Iva legata al crescere del costo della materia prima.
In ultimo il governo dovrebbe abolire la cosiddetta tassa sulla tassa, ovvero l’assoggettamento all’Iva delle imposte erariali e delle addizionali regionali, ponendo magari la questione in sede comunitaria.
Sul bonus gas su un potenziale di 2,5-3 milioni di famiglie beneficiarie al momento solo 550.000 famiglie ne hanno beneficiato e fatto domanda.
Se questi numeri non dovessero salire nei prossimi mesi, sarà indispensabile rivedere i criteri di accesso ISEE ampliandone l’accessibilità per altri utenti. In particolare per il gas metano che è fonte e bene primario ed ha una forte incidenza nei bilanci delle famiglie, in particolare nel centro nord.
Misure urgenti e necessarie perché occorre ribadire il principio che riscaldare la propria abitazione non è un lusso ma una necessità vitale e incomprimibile.
IN ALLEGATO E’ DISPONIBILE IL GRAFICO CON L’ANDAMENTO DELLA SPESA MEDIA NAZIONALE ANNUA PER IL GAS DAL 1996 AL 2010.