Gas e fumi a Gianturco: fabbrica sotto accusa
Doveva chiudere due mesi fa e invece continua a emettere gas e fumi
maleodoranti durante tutto il giorno e anche di notte. L’attività non
stop di una fabbrica nella zona industriale di Napoli minaccia la
salute pubblica dei cittadini che abitano le aree limitrofe
all’impianto e degli stessi operai che vi lavorano da anni.
Segnalazioni e denunce dei residenti non hanno impedito il blocco delle
emissioni nocive e nulla è cambiato nonostante un provvedimento per la
«sospensione ad horas dell’attività di seconda fusione dell’alluminio»,
emesso il 5 gennaio di quest’anno dalla giunta regionale della
Campania. Un atto di diffida da parte del settore provinciale
dell’Ecologia e della Tutela all’ambiente ai danni della ditta in
questione, la Iso.fond srl. Irritazioni cutanee e gravi disturbi alle
vie respiratorie, riscontrati dai residenti della zona, documentano una
casistica allarmante e in crescita nel centro abitativo adiacente alla
fabbrica, al civico 23 di via Gianturco. «I cittadini, costretti a
barricarsi in casa e chiudere le finestre, sono venuti in municipalità
per manifestare la loro preoccupazione e soprattutto il senso di
abbandono dopo quasi due anni di segnalazioni che non hanno comportato
alcun tipo di intervento risolutivo», spiega Armando Simeone,
consigliere del quartiere e promotore della raccolta firme per
denunciare l’anomalia della fabbrica. «I pericoli – aggiunge – per la
salute aumentano con l’avvicinarsi della stagione estiva e della calura
per questo invochiamo un’azione della Procura a cui abbiamo presentato
la raccolta firme di oltre 50 famiglie». L’impianto, nato nel 2005 come
messa a punto di un progetto pilota finalizzato all’ottimizzazione
tecnologica e ambientale del recupero di materiali metallici, nella
fattispecie alluminio, si è rivelato secondo L’Arpac «non coerente» con
l’attività produttiva effettuata.