Gb, fa vivere il figlio come handicappato: condannata
L’Inghilterra è scossa. Il bimbo ha otto anni ed è in perfetta salute ma la madre, nota come “madre coraggio“,
lo costringe da sempre a vivere come se fosse un portatore di handicap,
per ottenere sussidi e godere dell’aiuto di personaggi famosi che, da
quando è apparsa in pubblico per raccontare al storia di suo figlio
“gravemente malato”, le hanno donato decine di migliaia di sterline.
Tre
anni e tre mesi di reclusione sembrano davvero pochi all’Inghilterra
che, incredula, critica la pena inflitta dal giudice alla donna. Tra
sussidi pubblici e collette mamma vergogna ha
incassato almeno 130mila sterline (150mila euro). Nel 2005 è stata
annoverata tra le madri più coraggiose, per avere intrapreso una
campagna a favore di suo figlio, chiedendo e ottenendo l’appoggio di
diversi vip e politici.
mediche alle quali è stato sottoposto dalla nascita, nessuno si è
accorto di nulla. Per anni Lisa Hayden Johnson ha costretto il figlioletto a muoversi con l’ausilio di un supporto dotato di rotelle, a prendere medicinali assolutamente inutili e spesso dannosi per intenerire la popolazione e intascare più soldi possibili.
Le carte processuali riportano fatti aberranti
Il
Pubblico ministero Andrew Macfarlane non esita a definire la madre “una
sadica che ha sottoposto il figlio a continue torture, 24 ore su 24, da
quando è al mondo”. L’opinione pubblica, scioccata, ricorda il coraggio
di Lisa, la donna capace di ottenere un colloquio personale con Tony
Blair, affinché il Paese non dimenticasse che ci sono persone meno
fortunate e bisognose di cure costose, alle quali da sola mai avrebbe
potuto fare fronte. C’è stata una vera mobilitazione generale, una
corsa alla donazione che ha decretato il bimbo tra i più simpatici e
amati d’Inghilterra. Nel riportare la notizia, nessun quotidiano
inglese specifica con esattezza quale sia il ruolo del padre del
piccolo in questa orrenda faccenda. Si sa soltanto che la donna è
separata.
La camera da letto del bambino, si legge negli atti
depositati presso il Tribunale Penale di Exeter, sembra quella di un
ospedale, con tanto di bombole di ossigeno vicino al letto e i cassetti
pieni di ogni sorta di medicinali. La madre ha sempre sostenuto che il
bimbo soffrisse di diverse malattie tra le quali diabete, allergie
alimentari, fibrosi cistica, una lieve forma di paralisi cerebrale e
un’allergia alla luce solare. Ha assistito il figlio senza battere
ciglio durante i numerosi interventi invasivi subiti dal piccolo ma,
fino a pochi mesi fa, nessun medico ha avuto il benché minimo dubbio
anche perché era la donna stessa a dare al figlio tutte le sostanze
capaci di modificare i valori sanguinei, affinché le analisi
confermassero le sue tesi. Fino a quando, durante lo scorso mese di
ottobre, un medico ha avuto qualche sospetto evidentemente più che fondato,
tanto da permettere alle autorità di interrogare la donna che ha solo
ammesso di avere raccontato qualche bugia. Le indagini successive hanno
condotto all’arresto e al processo per direttissima che, presieduto dal
giudice Stephen Wildblood, ha portato ad una condanna di 39 mesi di
reclusione, ritenuti insufficienti dalla pubblica accusa. Mark Uren,
coordinatore delle indagini, ha detto durante l’udienza che “la donna
ha sempre contestato ogni addebito e si è limitata a negare l’evidenza,
dalla sua bocca non è mai uscita una parola di pentimento”.
Il
gudice, nel commentare la sentenza, ha usato aggettivi forti nei
riguardi della sciagurata, “manipolatrice, perversa, incosciente e
crudele”. Anche per questi motivi sia la pubblica accusa sia la
pubblica opinione auspicavano una pena molto più severa.