Primo caso di stalking tra genitori e figlio. E’ quello emerso dal processo, davanti al tribunale di Mantova, che due coniugi mantovani hanno intentato contro il figlio per le continue richieste di denaro che nel tempo avevano assunto i contorni di una persecuzione.
L’imputato, C.L.S., 29 anni, di Viadana, insieme alla sua convivente per quasi un anno ha tormentato i genitori per avere soldi. Richieste continue, ossessive, arroganti e spesso accompagnate da minacce che hanno provocato sia nel padre, sia nella madre uno stato d’ansia e di paura non più tollerabili.
Da qui la decisione dei genitori di rivolgersi ai carabinieri. Il figlio è così finito a processo per stalking, un reato che spesso viene associato a persecuzioni tra coniugi, ex fidanzati o amanti. Questa volta genitori contro figlio.
Nell’udienza gli avvocati hanno cercato di comporre il dissidio, ottenendo anche un rinvio. Se non ci saranno altri ostacoli, tutto dovrebbe definirsi l’8 aprile. Nonostante il comportamento persecutorio, infatti, mamma e papà vogliono trovare il modo di non rovinare il loro unico figlio, anche perché è padre di una bambina di quattro anni.
A marzo del 2009 il giovane perde il lavoro. Ha una figlia da mantenere. Anche la sua convivente non ha un’occupazione. Facendo leva sulla piccola, l’uomo comincia a chiedere soldi ai genitori con atteggiamenti di giorno in giorno più ostili e aggressivi. Ma è arrivato il momento in cui i genitori non l’hanno più potuto aiutare. Si arriva alla rottura.
La madre, quando lo vede arrivare, comincia a barricarsi in casa oppure si rifugia dalla sorella. Ma non per questo il figlio e la convivente mollano. Più volte intervengono i carabinieri e la polizia municipale per tentare di calmare gli animi. Al colmo dell’esasperazione scatta la denuncia. Il giovane e la sua convivente sono diffidati ad avvicinarsi alla casa dei genitori e della zia. I due non hanno ancora un lavoro e sono seguiti dagli assistenti sociali.
Gli avvocati delle parti vogliono ora trovare un accordo. Nel frattempo, però, il figlio dovrà mantenersi a debita distanza dai genitori e non frequentare i luoghi che loro stessi frequentano.