Gestline, il caso assurdo di un contribuente perseguitato dal fisco dal 1999
Il guinnes del perseguitato dal fisco ad un contribuente di Maratea che per sfortuna ha conosciuto Napoli per una multa inviatagli nel 1999 e da otto anni cerca di difendersi da Gestline ora Equitalia
EQUITALIA: LE PROCEDURE DI RISCOSSIONE SI TRASFORMANO IN PERSECUZIONE. IL CASO DI UN AUTORE TELEVISIVO CHE (COME MILIONI DI CITTADINI) DA OTTO ANNI LOTTA CONTRO UNA MULTA PRESCRITTA E LE SPECULAZIONI DEL SISTEMA
Pisani : la riscossione tributi è come un esecuzione senza processo, sistema che viola perfino ogni regola della convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo, uno scandalo senza freni
Un’ipoteca sulla casa per presunto debito di 350 euro, per il medesimo presunto debito il fermo amministrativo di due scooter, poi il pignoramento dello stipendio e il blocco dei diritti d’autore che il presunto debitore, un autore televisivo, vanta nei confronti della Siae. Queste le procedure che Equitalia ha messo in atto per incassare il credito relativo ad una multa prescritta, nonostante il ricorso accolto che era stato presentato nel 1999. Una contravvenzione di 60 euro per la quale vengono poi richiesti, oggi, circa 650 euro alla luce di interessi e fantomatiche spese.
Protagonista della vicenda, emblematica dei metodi di riscossione della società concessionaria dell’Agenzia delle Entrate, è un professionista di Maratea, piccolo centro in provincia di Potenza, che da anni è costretto a condurre una battaglia a colpi di ricorsi e opposizioni che, nonostante diverse sentenze gli abbiano dato ragione, non riesce a fermare le procedure di riscossione, esempio palese di esecuzioni senza processo degne di solo del regime finanziario in cui viviamo, dichiara , in una denuncia l’Avv. Angelo Pisani, presidente di Noiconsumatori.it e il legale del contribuente più perseguitato d’Italia .
All’origine della pretesa di Equitalia una multa del 1999 di circa 60 euro che F. O. 36 anni, prende a Napoli dove sarebbe passato con il semaforo rosso. La contravvenzione però gli viene notificata dopo oltre 6 mesi e F.O. presenta un ricorso al prefetto di Napoli rilevando la prescrizione.
La prefettura, come spesso fa ignorando le regole e dando un pessimo esempio di legalità, carica ugualmente sul ruolo esattoriale l’importo e nel 2003 viene notificata la prima cartella di pagamento.
L’autore televisivo, che lavora a Mediaste, seguendo le istruzioni riportate nella cartella, invia alla società per la riscossione la documentazione dalla quale risulta che la multa era prescritta e che era stato presentato regolare ricorso al quale il Prefetto non ha mai risposto e, pertanto, la procedura avrebbe dovuto essere annullata. Ma l’esattoria non si ferma e scatta la prima punizione, le ganasce fiscali su uno scooter. Contro questo provvedimento l’avvocato Angelo Pisani, difensore di F.O., presenta un primo ricorso al giudice di pace di Napoli. Il fermo amministrativo viene annullato e la società di riscossione è condannata a pagare oltre 800 euro di spese.
Un anno dopo Equitalia in base alla stessa multa e medesima cartella iscrive un’ipoteca sulla casa di F.O. e l’avvocato presenta un nuovo ricorso sia perché la multa era prescritta e la cartella avrebbe dovuto essere annullata, sia per la violazione della norma che vieta l’iscrizione di ipoteca per somme inferiori a ottomila euro. Intanto, l’avvocato Pisani ottiene, sempre dal giudice di pace, al termine di un altro giudizio, una sentenza che annulla del tutto la cartella esattoriale, nella quale si ribadisce che la multa originaria era prescritta ed inefficace. Nonostante quest’ultima decisione e malgrado sia ancora in corso il giudizio sull’ipoteca (la sentenza dovrebbe essere depositata nei prossimi giorni) Equitalia procede con un secondo fermo amministrativo su un nuovo scooter del professionista.
Anche questo provvedimento viene impugnato ma Equitalia, nei giorni scorsi, dopo aver inviato una nuova intimazione di pagamento – nonostante siano in corso due diversi processi e dopo la sentenza che ha annullato la cartella esattoriale – notifica due pignoramenti presso terzi. Uno a Rti, la società di Mediaste per la quale lavora F.O., l’altro alla Siae dove l’autore televisivo è iscritto.
In ciascuno dei pignoramenti Equitalia chiede 646 euro.
“In questo modo – commenta l’avvocato Pisani che ha avuto mandato per un ennesimo ricorso al giudice – se entrambe le società pagassero. Equitalia incasserebbe due volte la stessa somma che, per giunta, non dovrebbe essere pagata nemmeno una volta sola. Per giunta – aggiunge il legale – non è chiaro attraverso quale conteggio una multa di circa 60 euro sia lievitata fino a 646 euro. In questo modo – conclude Pisani – le procedure di recupero del credito di Equitalia trasformano la riscossione in persecuzione e in un sistema terroristico che annienta la psiche dei cittadini e questo è solo uno dei 569mila casi simili in cui semplici cittadini, aziende, professionisti, impiegati e pensionati si vedono costretti a battaglie legali estenuanti per presunti debiti che in realtà sono inesistenti”
Soluzione da parti di non addetto ai lavori! come sempre il cittadino è suddito! Queste grandi società sono dei corpaccioni in grado di digerire qualunque azione Giudiziaria senza danni apparenti. In simili casi, credo sia inutile, anche se inevitabile, continuare a contestare il tutto in giudizio. Occorre, secondo me, puntare all’uomo, ovvero alla persona fisica responsabile della presunta persecuzione e portare lui in Tribunale, non la Società di riscossione, denunciandolo, se è il caso, di omessa esecuzione dolosa di provvedimento del Giudice. Questo vale per qualunque altra grande Utility. Resta chiaro che tali affermazioni sono del tutto ipotetiche e non strettamente attinenti al caso in questione. Saluti Alex