Giappone, arriva il cellulare che controlla i dipendenti
In barba alla privacy, in barba ai normali principi di reciproca fiducia tra datore
di lavoro e lavoratore, nasce una forma di progresso (se tale può
essere definita) che porta al controllo totale del dipendente,
esercitato tramite il cellulare aziendale. Ne da’ notizia la BBC, ed è
subito polemica. Gli ideatori però si difendono mostrando i lati
positivi di tale evoluzione tecnologica.
Questo
caso dimostra quanto sia vero che ogni cosa, e non solo la tecnologia,
assume il valore che le si intende conferire, che spesso dipende anche
dal tessuto sociale in cui si vive. La KDDI Coproration, colosso delle
telecomunicazioni con sede a Tokyo e che da’ lavoro a 17mila persone
nel mondo, ha messo a punto una tecnologia capace di tracciare i
movimenti e le attività di chi fa uso di un telefono cellulare
apposito, chiamato “Bond”, comunicando i dati direttamente al capo
ufficio che potrà controllare, in ogni momento, se i propri sottoposti
(soprattutto quelli che operano fuori sede) stanno dedicando tempo al
lavoro o ad altre attività.
Come è ovvio che sia divampa la polemica, c’è chi si chiede se
questa non sia una opportunità fuorviante e lesiva di diverse leggi, se
grazie a questo tipo di controllo non vengano meno valori fondamentali.
A tale proposito si è espresso, Philip Sugai, padre putativo di questo
filone di applicazioni mobili, direttore del laboratorio “Mobile
Consumer” della International University of Japan. Dal suo punto di
vista le intenzioni erano ben altre, e di ben più nobile scopo “abbiamo
voluto queste applicazioni per la consultazione medica a distanza o
altre situazioni in cui l’accesso ai movimenti di una persona può
essere vitale e non di certo per tracciare le attività di chicchessia,
questo è il lato negativo che ogni tecnologia si porta appresso”.
Gli fa eco Hiroyuki Yokoyama, della KDDI “viviamo in una società
altamente tecnologica e il potere monitorare l’attività dei propri
dipendenti aiuta ad aumentare l’efficienza dei lavoratori e siamo allo
stadio in cui possiamo fornire ai manager tutti gli strumenti necessari
per analizzare il comportamento dei loro sottoposti”. Imbeccato dalla
BBC ammette che quello della privacy e comunque un tema scottante e
viene demandato agli uffici legali dei datori di lavoro trovare un modo
per aggirare l’ostacolo, tipicamente un documento che gli impiegati
dovranno firmare e grazie al quale vengono messi a conoscenza di questo
tipo di controllo remoto delle attività. Kazuo Hizumi, avvocato per la
difesa dei diritti umani, ha replicato sempre ai microfoni della BBC
inquadrando come “irresponsabile” una simile condotta da parte delle
aziende.