Siamo 200.000″, ripetono gli organizzatori della giornata internazionale per il diritto allo studio; ma per il ministro è solo “vecchia retorica”.
Università e scuole superiori in piazza in tutt’Italia per riprendersi le strade in occasione della Giornata Internazionale per il Diritto allo Studio, che negli slogan e nelle manifestazioni degli studenti italiani assume una forte carica polemica contro le recenti riforme volute dal ministro Mariastella Gelmini.
“Da una prima stima fornita da associazioni e collettivi sono “almeno 200 mila” gli studenti della scuola e dell’università italiana che questa mattina in tutta Italia stanno partecipando agli oltre 100 cortei organizzati nella giornata della mobilitazione internazionale per il diritto allo studio. Gli studenti, che chiedono al governo maggiori fondi per l’istruzione pubblica, il blocco dei tagli e delle riforme in atto, hanno risposto all’appello delle varie associazioni e collettivi studenteschi in particolare nella capitale”, riporta, in una nota, l’ApCom.
E il numero, o comunque la stima, è confermata dai siti delle facoltà ribelli ed in mobilitazione: su Ateneinrivolta, network dei collettivi universitari, c’è la diretta live delle manifestazioni in tutte le città italiane, dal grande corteo romano che si dipana in questi minuti fra Piazza della Repubblica e Piazza Venezia, ma gli organizzatori si dicono pronti ad arrivare fin sotto la Camera dei Deputati per un sit-in; Prato, Pisa, Padova, Catania, e ancora Torino, dove gli studenti hanno occupato i binari della stazione di Porta Nuova; Milano, con oltre “5000 studenti in mobilitazione”, secondo i collettivi universitari. Per Uniriot, il network delle facoltà ribelli coordinate dalla sinistra di alternativa, quella di oggi è “una giornata di conflitto contro i tagli, la precarietà ed il DDL Gelmini” di riforma dell’Università, attualmente arenato in Parlamento in attesa di una parola chiara sulla sua copertura finanziaria: “Il governo, dopo essere stato costretto a rinviare la discussione per l’assenza dei fondi necessari e le forti mobilitazioni di studenti e ricercatori, intende questa volta portare avanti l’attacco definitivo all’università; “una riforma a costo zero” per mettere a sistema i tagli di Tremonti, un ddl appoggiato fortemente dalla Crui, da Confindustria e dal Corriere della Sera, un ddl che all’insegna della retorica meritocratica smantella definitivamente l’università e la ricerca”, scriveva, nei giorni scorsi, il comunicato che lanciava la giornata di oggi.