Giu’ occupazione grandi imprese giugno
A giugno l’occupazione nelle grandi imprese, ovvero quelle con almeno 500 dipendenti, segna una nuova contrazione: su base mensile scende dello 0,2% al lordo dei dipendenti in cassa integrazione. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che al netto della cig il calo congiunturale è dello 0,6%. Anche su base annua si registra una diminuzione, pari a una flessione dell’1% al lordo della cassa, mentre al netto l’occupazione risulta in calo dell’1,8%. Ad andare male è soprattutto l’industria, in termini tendenziali gli indici grezzi diminuiscono dell’1,5% al lordo dei dipendenti in cig e del 3,2% al netto di questi ultimi. Ecco che guardando ai primi sei mesi del 2012 la discesa complessiva dell’occupazione nelle grandi imprese è pari allo 0,8% al lordo cig e all’1,4% al netto. Passando al numero di ore lavorate per dipendente, al netto della cassa e degli effetti di calendario, l’Istat registra una diminuzione annua dello 0,5%. Intanto crescono le ore di sciopero effettuate nel mese, pari a 1,2 per mille ore lavorate, con un aumento di 0,3 ore su base annua. Inoltre, sempre a giugno l’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate risulta pari a 38,0 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento tendenziale di 8,9 ore ogni mille
CAMUSSO, DETASSARE TREDICESIME CON SOLDI EVASIONE Detassare le prossime tredicesime di lavoratori e pensionati con le risorse recuperate dalla lotta all’evasione fiscale. La proposta arriva dal segretario Cgil Susanna Camusso in un’ intervista a Repubblica: una priorità per rilanciare i consumi. Sul tema, Giorgio Cremaschi (Fiom) commenta a Tgcom24 che ci sarebbe bisogno di una terapia d’urto sul lavoro e non di misure di accompagnamento della crisi. Ad oggi, dice, ‘anche la risposta del sindacato e’ inadeguatà. Lavoro: in 5 anni crollo occupazione per under 35, -1,5 mln. Istat, giù occupazione grandi imprese a giugno.
IN CALO OCCUPAZIONE UNDER 35 – Il rapporto tra giovani e lavoro appare sempre più critico, il sacrificio imposto dalla crisi presenta cifre in continuo peggioramento: dagli ultimi dati dell’Istat sul secondo trimestre 2012 emerge come in cinque anni il numero di occupati tra i 15 e i 34 anni sia diminuito di circa un milione e mezzo, ovvero del 20%. Un vero e proprio crollo che va ad alimentare l’esercito dei disoccupati, con gli under 35 alla ricerca di un posto che raggiungono quota 1.386.000. Insomma gli effetti della recessione si fanno sentire soprattutto sulle nuove generazioni e, analizzando nel dettaglio i dati dell’Istituto di statistica, le più recenti rilevazioni non fanno che allungare il ‘bollettino di guerra’: gli occupati nella fascia d’età compresa tra i 15 e 34 anni risultano scesi sotto la soglia dei sei milioni. Mettendo a confronto il secondo trimestre del 2012 con lo stesso periodo del 2007, si passa da 7,3 milioni a 5,9 milioni (-19,9%). Solo nell’ultimo anno il calo è stato di 230 mila unità. Allo stesso tempo vanno crescendo i giovani disoccupati. Tra chi è in cerca del primo impiego e chi è a caccia di un nuovo posto dopo aver perso il precedente, fatto reso più frequente anche dall’aumento della precarietà. Più complessa è la situazione degli over 34. Pur se la maggioranza dei senza lavoro resta giovane (51,2%) la disoccupazione si fa largo con prepotenza anche tra i più adulti, tra loro 1 milione 320 mila persone è alla ricerca di un impiego. D’altra parte nel secondo trimestre, evidenzia l’Istat, circa la metà dell’aumento della disoccupazione è alimentato dai lavoratori ‘maturi’. Tuttavia la fascia d’età più anziana, gli occupati tra i 55 e i 64 anni, vede salire il numero degli occupati nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, dell’8%, un rialzo che arriva al 26% se si tiene conto degli ultimi cinque anni (+626 mila unità). Non è quindi un Paese per giovani, piuttosto l’ultima fotografia sul mondo del lavoro restituisce l’immagine di un’Italia avvilita, con il numero degli scoraggiati, coloro che dichiarano di non essere alla ricerca di un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo, pari a 1 milione 664 mila, il dato più alto dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, ovvero dal 2004
ANGELETTI, DA GOVERNO SOLO ENUNCIAZIONI. RIDURRE CUNEO FISCALE- All’attacco il segretario della Uil: ‘In 9 mesi questo governo ha fatto solo enunciazioni e non ha messo mano alla recessione’. Per Angeletti la convocazione dell’11 settembre serve solo per coprire il nulla. ‘Ma c’é ancora la possibilità di intervenire riducendo il cuneo fiscale e tagliando i costi della politicà. Sul lavoro le imprese non devono fare demagogia. E’quanto sostiene, parlando a Sky Tg24 il segretario della Cisl Sergio Bonanni, secondo il quale sbagliano “coloro che dicono che questa riforma sta contraendo l’occupazione”.