Giustizia, Alfano illustra la riforma. Recepite considerazioni del Colle
Giro di incontri oggi in vista del Consiglio dei ministri di domani che varerà la riforma costituzionale della giustizia. Prima il premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli ha incontrato il ministro della Giustizia Angelino Alfano per fare il punto sul provvedimento. Quindi il Guardasigilli, nel tardo pomeriggio, è stato ricevuto al Quirinale per illustrare al capo dello Stato Giorgio Napolitano il testo preparato dal governo. “Ho illustrato al presidente della Repubblica il testo della riforma della giustizia che porterò domani al Consiglio dei ministri. Napolitano ha ascoltato, ha preso atto e ha svolto considerazioni di carattere generale”, ha detto il ministro della Giustizia. Il Guardasigilli ha poi affermato di essere “soddisfatto dell’incontro” con il presidente Napolitano e di avere “recepito con la dovuta attenzione” le considerazioni del capo dello Stato. Alla domanda dei cronisti se ci siano modifiche al testo del ddl ha risposto: “Quale testo? Lo presentiamo domani. Le indiscrezioni hanno il rango di indiscrezioni, i testi hanno il rango di testi”. Il presidente della Repubblica, raccontano fonti parlamentari del Pdl, avrebbe invitato il ministro a lavorare per ottenere il massimo consenso possibile in Parlamento. L’appello alla larghe intese è stato poi comunicato al Cavaliere. Alfano si è quindi recato alla Camera per spiegare i punti cardine della riforma al gruppo dei ‘responsabili’. Il Guardasigilli, riferiscono alcuni presenti, avrebbe preannunciato durante l’incontro a Montecitorio una serie di manifestazioni per illustrare i contenuti del provvedimento. Attesi, poi, in serata, a cena con il premier, lo stato maggiore del Pdl (coordinatori nazionali e capigruppo) e lo stesso Guardasigilli. Quanto ai contenuti della riforma, il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri ha spiegato che dovrebbe “puntare alla separazione delle carriere, alla riduzione del tasso di politicizzazione che c’è tra le toghe, soprattutto del Csm” e ”parlare di responsabilità civile”. Sulla base delle anticipazioni di stampa, è già sul piede di guerra l’opposizione. Pierluigi Bersani si aspetta che la bozza elaborata sia una “manovra per dare copertura sul piano politico al bricolage domestico di aggiustamento delle leggi ad personam utile per continuare a non parlare dei problemi seri dell’ordinamento”. In attesa che il testo del governo sia noto, il segretario del Pd non esclude in linea principio la disponibilità al confronto in Parlamento. “Ho sempre detto che le carte noi ce le leggiamo ma le premesse non sono certo buone. Ho l’impressione che Berlusconi ci voglia mettere in mezzo a una tenaglia: da un lato i suoi processi, con la tentazione di forzare le regole e le norme; dall’altro alzare una bandiera. Le anticipazioni che emergono – ha continuato Bersani – parlano di cose non accettabili ma è evidente che il governo vuole mettere in moto un treno che non ha una stazione di arrivo”. Per il leader Idv Antonio Di Pietro, “questa riforma è peggio delle leggi ad personam. E’ una riforma a favore del sistema piduista, delle lobby e di coloro che vogliono negare ai magistrati il controllo della legalità. E’ una violazione dello Stato di diritto e dello Stato democratico”. La riforma, ha sottolineato Nichi Vendola (Sel), serve solo a “blindare il potere di un sovrano medievale, l’inquilino di Palazzo Chigi”. “Sul terreno malato dei rapporti tra giustizia e politica – ha aggiunto Vendola – il governo agisce con l’idea di poter costruire circuiti di privilegio per i potenti, mentre i temi veri della giustizia, quella che viene negata ai cittadini, non vengono affrontati da questa riforma”. Il nuovo polo ha messo in agenda per domani mattina, dopo il Cdm, un vertice con Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli, Italo Bocchino e i rappresentanti di Mpd e Libdem per esprimere un giudizio compiuto. Intanto Giuseppe Consolo, membro del direttivo di Futuro e libertà e vicepresidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera, ha sottolineato che “il Fli non è il partito dei ‘signor no’. Se la maggioranza presenta una buona riforma della giustizia, non vedo motivi per non votarla”. Più cauta la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno. “Non mi piace dare un no preventivo. Mi piace dire: ben venga una riforma. Ma sono molto cauta. E’ indispensabile aspettare i testi”, ha detto. Francesco Rutelli, da parte sua, ha specificato: “Se il governo vuole davvero fare la riforma, non è necessario smontare mezza Costituzione perché è evidente che così non si arriverà da nessuna parte”. Lorenzo Ria, dell’Udc, ha invece battuto sul tasto processo breve. “Mentre attendiamo di esaminare il testo della riforma ‘epocale’ annunciata dal governo, in commissione Giustizia prosegue l’iter del processo breve. E’ la dimostrazione che è il governo a volere una giustizia ad orologeria”, ha detto.