Giustizia: inefficienze a Napoli, legale fa causa a Ministero
Notizia ANSA del 02 NOVEMBRE 2005
Cause per danni sono state avviate contro il ministero della Giustizia da un avvocato di Napoli, Angelo Pisani, a causa – spiega il legale – ”dell’assoluta inefficienza, dei disservizi e degli enormi ritardi che soffocano l’ufficio dei giudici di pace del capoluogo campano”.
Pisani cita in particolare ”l’ingiustificabile ritardo, anche di 11 mesi, nel rilascio di copie delle sentenze o la mancata possibilità di poter ritirare le produzioni di parte in archivi fatiscenti”.
Gli atti di citazione – cui ”ne seguiranno presto molti altri di altrettanti professionisti unitisi alla mia iniziativa”, sostiene Pisani – sono già stati notificati al legale rappresentante del dicastero, il ministro Roberto Castelli. La prima udienza è fissata il 10 dicembre, davanti al giudice di pace di Napoli, in relazione al ritardo nella consegna di una sentenza: ”Ma già a questo proposito – sottolinea l’avvocato Pisani, noto alle cronache per le sue iniziative legali a difesa dei consumatori – il ministro sarà costretto ad accorgersi che l’ufficio non funziona: quella data slitterà di circa un mese, in violazione del diritto di difesa e delle norme del codice, e ciò basterebbe a dimostrare i danni causati dall’inefficienza”.
Nell’atto di citazione l’avvocato offre uno spaccato dei disservizi e disagi subiti dai legali e dai cittadini che chiedono giustizia: ”L’ufficio notifiche è al collasso e le cancellerie non riescono a smaltire il lavoro in tempi ragionevoli, a Napoli, infatti, per ottenere le copie di una sentenza, o anche soltanto riuscire a farsi restituire la documentazione che gli stessi avvocati hanno depositato nel corso delle cause bisogna aspettare anche un anno”.
”Il paradosso – continua Pisani – è che pagando i diritti di urgenza ‘bastano’, si fa per dire, 5 mesi, mentre la legge prevede un termine di due giorni lavorativi. Tutto questo impedisce l’esercizio dei propri diritti e viola ogni aspettativa di giustizia: non riuscendo ad avere le copie delle sentenze non è possibile presentare appelli, ricorsi, e soprattutto non possono essere messe in esecuzione le sentenze, svilendo di ogni significato i seri sacrifici sostenuti durante il già lungo e difficile processo. Questo vuol dire che un creditore che ottiene dal giudice una sentenza necessaria a riscuotere il suo credito, dovrà in realtà aspettare ancora uno o due anni soltanto per cominciare l’esecuzione, se il debitore nel frattempo esiste ancora”. (ANSA)
Onorevole presidente della Corte Angelo Pisani