GOMORRA, legalità e’ anche non infangare gente e non strumentalizzare realtà
Trovo sconcertanti e poco equilibrate le affermazioni del signor Arcopinto sul film Gomorra che vorrebbe girare a Scampia. Questo signore prima spiega di aver cambiato il copione di un film che avrebbe dovuto dipingere Scampia come un quartiere di camorristi, narcotrafficanti e assassini: in pratica una sorta di Sodoma o Gomorra da radere al suolo per l’empietà dei suoi abitanti. Poi spiega che il copione lo ha cambiato dopo le proteste corali della popolazione, e io aggiungo perché ha capito di trovarsi di fronte una comunità di persone perbene che ogni giorno soffre per quell’immagine di empietà e mafiosità che media e produttori come lui più o meno inconsapevolmente gli hanno cucito addosso, in maniera criminale. Infine, per spiegare la retromarcia sua e di chi gli dà i soldi per fare il film Gomorra, mi attribuisce la colpa di aver fatto polemica per finire sui giornali. Il signor Arcopinto sarà un bravo produttore ma certo non farà soldi sulla pelle della gente di Scampia o sulle palate di fango che mi getta addosso inspiegabilmente.
Sono orgoglioso di aver costretto la casa di produzione a fare i conti con la rabbia della gente, della mia gente, stufa di essere vittima del circo mediatico che da anni ha generato un’equazione assurda che è SCAMPIA=CAMORRA. Se non avessi fatto casino sui giornali come dice Arcopinto, oggi loro avrebbero girato un film su Scampia, l’ennesimo, presentandoci come una comunità di camorristi che si sparano, si uccidono e vendono droga. Sarebbe opportuno che Arcopinto usasse la sua intelligenza per fare il produttore e per impegnarsi a non fare altre porcherie contro Scampia, perché se il copione davvero non è cambiato come lui dice, gli assicuro che farò tutto ciò che è in mio potere per evitare che quella fiction venga girata e che utilizzi non solo le location ma il nome Scampia. Infine devo rassicurare Arcopinto, che leggendo la sua intervista sul sito internet del quotidiano al Repubblica pare sia diventato avvocato di Roberto Saviano. Caro Arcopinto, stia tranquillo, a Scampia nessuno vuole male a Saviano, tranne i camorristi. Noi persone perbene a Saviano vogliamo bene, siamo dalla sua parte, abbiamo ammirazione per le battaglie che ha fatto e che fa, siamo sicuri che la sua presenza nel progetto di fiction porterà equilibrio. A Saviano abbiamo chiesto, reclamato attenzione. A Saviano continuiamo a chiedere di fare qualcosa per questo quartiere.
A Saviano abbiamo detto “aiutaci, Scampia non è solo Gomorra”. Dunque, caro Arcopinto, eviti basse insinuazioni e polemiche inutili. E si ricordi che la politica, quando viene maneggiata da persone perbene, è una bella cosa. La politica, signor Arcopinto, a Scampia potrebbe impedirle di fare porcherie sulla pelle di una comunità, se è vero che ha cambiato il copione del film.