Google cambia la privacy policy “Miglioreremo sicurezza e risultati”
Google rivede e semplifica la propria politica per la
privacy e le condizioni di uso. Se prima i vari servizi del gigante
americano non “dialogavano” in maniera particolarmente evoluta tra loro,
adesso riconosceranno un utente in qualunque ambito Google questo si
muova. La differenza rispetto a prima in sostanza è che l’utente
approverà una politica di privacy unica e comune a tutto l’ecosistema di
Big G, e i dati che il motore raccoglie dai propri utenti essere
utilizzati da più applicazioni e servizi.
Le nuove norme entreranno
in vigore il 1 marzo e semplificheranno e uniformeranno quelle
esistenti. Le regole in vigore saranno consolidate. “Le autorità
chiedono politiche di privacy più semplici e averne una unica per vari
prodotti” va in questa direzione, afferma Alma Whitten nel blog di
dell’azienda, fondata da Larry Page e Sergey Brin, leader mondiale della
ricerca sul web.
In particolare, Mountain View dovrebbe
consolidare e raggruppare le circa 60 regole attuali. “Abbiamo riscritto
la politica per la privacy dalla A alla Z affinché sia più semplice e
più comprensibile”, ha spiegato Google in un comunicato. “Queste nuove
regole riflettono i nostri sforzi per migliorare la sicurezza dei nostri
utenti”, è stato aggiunto, precisando che gli internauti potranno
contare anche su “migliori risultati” nelle loro ricerche. Una
semplificazione che inevitabilmente porterà l’utente ad una gestione più
consapevole della sua presenza su Google, attraverso un “compattamento” dei
servizi offerti dall’azienda e una interscambiabilità dei dati.
Le
polemiche sul web non sono mancate, ma come puntualizza l’azienda di
Mountain View, sono basate su interpretazioni non corrette della nuova
policy. Di sicuro, l’utente non potrà esercitare “l’opt-out”, cioè o si
accetta l’esperienza come Google la intende con i nuovi termini, oppure
niente. Ma in realtà le preoccupazioni relative a dati e categorie di
informazioni sensibili (come la salute, ad esempio) o informazioni
personali non vengono e non verranno raccolte dal motore. Inoltre, la
nuova policy mantiene ovviamente inalterata la locazione dei dati, che
non potranno mai essere utilizzati da un utente diverso da chi li
fornisce. Insomma, la sicurezza e la privacy non vengono in alcun modo
messe in discussione. E come ricorda Google, esiste comunque un pannello
di controllo centrale attraverso cui selezionare le opportune
preferenze utente.
Per gli utenti quindi questo nuovo corso si
tradurrà in una semplificazione d’uso e in maggiore precisione dei
risultati, con i vari servizi, che “parleranno” tra loro. Ad esempio,
una ricerca di un prodotto su Google, potrà far apparire video relativi a
quel prodotto nei consigli di Youtube. Siti apparentemente distanti
saranno molto più vicini. Nell’idea dell’azienda comunque, che si vanta
di non essere “evil”, cattiva, compattare le regole significherà
anzitutto radunare in un ecosistema più pulito e con un unico punto di
accesso tutti i servizi e le attività. In cui potersi muovere più
facilmente tra il motore di ricerca, Youtube, Picasa, Google+ e
convogliare possibilità e risorse in un unico, e più gestibile, profilo
di sicurezza.