Governo: divieto di aumentare il seno alle minorenni
A partire dal 12 luglio entrerà in vigore una legge (5 giugno 2012, n.87) che non farà piacere alle moltitudini di aspiranti veline, e soprattutto alle loro mamme (spesso le reali cause dei sogni velleitari di queste acerbe fanciulle). Non sarà più permesso operare minorenni che desiderano fare ricorso alla chirurgia estetica solo per questioni di apparenza e taglia. Insomma una legge che si spera metterà fine a quella che ormai è diventata la vera “macelleria sociale” (tanto per fare una citazione squinziana) del nuovo millennio, che ha prodotto e produce cloni e caricature di belle donne. E purtroppo non solo visibile sui giornali o in televisione, ma anche al supermercato o in palestra, e che ha contagiato da tempo anche le giovanissime. Proprio la mastoplastica additiva, insieme con la rinoplastica, è uno degli interventi più richiesti dalle teen-ager, ben prima del raggiungimento della maggiore età. Per quei chirurghi senza scrupoli, che continueranno ad accettare clienti under 18, sono previste sanzioni disciplinari ed economiche, con ammende sino a 20.000 (molto più del costo dell’intervento) e sospensione di tre mesi dalla professione. Un capitolo a parte ovviamente lo avranno gli interventi destinati alla ricostruzione mammaria in caso di interventi o gravi malformazioni, che non hanno dunque solo ed esclusivamente ragioni estetiche ma anche legate al benessere psicologico delle ragazze. Inoltre come cita il testo saranno istituiti un “registro nazionale e dei registri regionali degli impianti protesici mammari” (G.U. n.148 del 27 giugno 2012). Il registro avrà il compito di controllare la qualità delle protesi utilizzate, per evitare il ripetersi dei danni e delle paure che le protesi al silicone “made-in-France” hanno causato mesi addietro. Oltre che di vigilare sull’applicazione della legge, controllando l’operato delle cliniche e degli ospedali dove si eseguono interventi di chirurgia. Il tutto è stato possibile grazie anche al coordinamento del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB), che si è profondamente interrogato sull’etica di interventi che spesso sono al limite dell’ “accanimento estetico”.