I numeri speciali

Da un anno le bollette telefoniche di decine di migliaia di utenti presentano una voce supplementare definita «numeri speciali Telecom Italia», in cui vengono addebitate cifre di solito non grandi (nell’ordine di 1 euro o al massimo 2 o 3 euro). In alcuni casi però, causa la connessione a Internet e forse per inserimenti incontrollati e criptati, la cifra sale a 30-40 euro e più. La Telecom ha ammesso il problema, confermando che i numeri esistono e che non appartengono alla Telecom e che lo 0878 viene ceduto dalla Telecom ad aziende private che ne fanno l’utilizzo che preferiscono, senza che la Telecom ne abbia responsabilità o che possa chiederne conto. Nella maggior parte dei casi la Telecom ha decurtato le cifre dalla bolletta telefonica, ma ha messo il cliente di fronte a un inaspettato bivio a strade chiuse, deresponsabilizzandosi da future richieste di rimborso per lo stesso motivo. Telecom attribuisce la colpa di questa impossibilità di disattivare i numeri appositi o di monitorarne il funzionamento, all’Autorità garante per le comunicazioni e al ministero per le Comunicazioni. Quel che è peggio è che la Telecom attribuisce il problema a «pirati informatici» e offre ai clienti inconsapevoli due soluzioni al problema: o gli propone di sottoscrivere l’abbonamento ad Alice Adsl oppure propone l’inserimento di un codice a pagamento da digitare ogni qual volta si effettui una chiamata. Sorgono tre domande. Perché l’Agcom sta mostrando così grande inerzia nel problema? Perché il ministero delle Comunicazioni ha rilasciato un fiume di numeri, senza la sicurezza di una vigilanza? Perché le compagnie si deresponsabilizzano, salvo offrire poi un’offerta commerciale o un disagio come soluzione al problema? Tutto tace.