I rapporti deteriorati con i superiori giustificano il trasferimento del lavoratore
È
lecito il trasferimento di un lavoratore ad altro reparto se i rapporti
con i superiori sono “deteriorati”. Né tantomento la posizione
dell’azienda può essere definita mobbizzante.
Lo ha precisato la
Corte di cassazione che, con una sentenza di ieri (se veda link sotto) ha
respinto il ricorso di un’infermiera che prima aveva chiesto di essere
trasferita, subito dopo un problema avuto con un collega, e poi ci aveva
immediatamente ripensato. In particolare al donna aveva segnalato una
serie di irregolarità commesse da un medico e questo, per tutta risposta,
l’aveva fatta sospendere.
Secondo la direzione sanitaria, però,
dopo l’accaduto il trasferimento era funzionale al buon andamento del
reparto.
La lavoratrice lo ha impugnato di fronte al Tribunale di
Lecce che le ha dato torto. La decisione è stata confermata dalla Corte
d’Appello pugliese e ora è stata resa definitiva dalla
Cassazione.
Aggiungendo poco a quello stabilito dai giudici di
merito, il Collegio di legittimità ha motivato che “l’adozione di una
sanzione disciplinare per comportamenti serbati nel reparto può essere una
fonte di conflitto idoneo a turbare la funzionalità”. Quindi,
“l’assegnazione ad altro reparto, lungi dal configurare mobbing, era da
considerare giustificata e persino doverosa sotto il profilo del buon
andamento del servizio pubblico”.