I salari italiani ultimi in Europa
ROMA – Un paese immobile, privo di idee e
progetti, nel quale sembra che anche i soggetti che si propongono
per guidare l’Italia futura siano in realtà più interessati a una
transizione senza fine. Insomma, gli fa più comodo che le cose
vadano così. E, secondo l’Eurispes che ha pubblicato il suo
rapporto 2010, le cose non vanno affatto bene.
Manca un progetto, non sembrano volerlo (o essere in grado di
produirlo) le forze e i soggetti che si propongono alla guida del
Paese, e questo “mortifica le attese degli italiani e impedisce di
immaginare e costruire il futuro”. “Non abbiamo timore di essere
accusati di eccessivo allarmismo, ma dal nostro osservatorio –
avverte il presidente Fara – cogliamo segnali preoccupanti di
disagio, di distacco, quando non di ostilità nei confronti delle
Istituzioni che aspiranti capipopolo vorrebbero cavalcare. E mentre
tutto ciò accade, la nostra classe dirigente appare interessata
solo agli equilibri di potere, a costruire e smontare alleanze, ad
operare per il proprio esclusivo tornaconto, ad imbastire lucrosi
affari, a difendere privilegi e vantaggi senza rendersi conto che
l’intero sistema si sta progressivamente sfaldando”.
Ecco alcuni dei risultati dell’indagine su aspetti particolari
della vita e dei sentimenti profondi del Paese.
Informazione “in prigione”. Per oltre la metà
degli italiani, l’informazione in Italia “non è libera dalle
influenze esterne”. Di parere opposto, l’altra metà (il 39%) che si
identifica negli schieramenti politici di centro-destra eritengono
che “l’informazione sia libera”.
Salari, tra i più bassi d’Europa.
della media dei Paesi Ocse, 19% in meno della media europea contata
su 19 Paesi. I salari degli italiani sono bassissimi. Anzi, tra i
più bassi d’Europa. L’Italia occupa infatti il ventitreesimo posto
della classifica Eurispes stilata su un campione di trenta nazioni
industrializzate. Il salario medio annuo, al netto, ammonterebbe a
21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro.
Immigrati e lavoro. Sarà forse a causa dei bassi
salari che nel Belpaese si ascoltano frasi del tipo: “Gli immigrati
rubano il lavoro agli italiani”. A esserne convinto quasi un
italiano su quattro, un campione di intervistati pari al 24,8%. Ma
c’è di più. E infatti la convinzione diviene mano mano più
accentuata quanto più a destra si collocano gli intervistati: si
passa dal 17,3% dei soggetti di sinistra al 33,3% dei soggetti di
destra. La “caccia al lavoro” è dunque alla base di molte
discriminazioni. E a proposito di xenofobia, dal rapporto Eurispes
2010 emerge che “i mezzi di informazione sono, per il 31,7% degli
italiani, responsabili dell’ondata di xenofobia che ha attraversato
il nostro Paese negli ultimi mesi.
Matrimoni misti è boom. Boom di matrimoni misti al
nord d’Italia. La percentuale più alta si registra in Emilia
Romagna che si aggiudica il primato seguita dalla Lombardia, Valle
d’Aosta e Liguria. Percentuali nettamente più basse al sud e nelle
isole. Gli uomini italiani preferiscono le donne dell’est d’Europa
e dell’America centro-meridionale. Nel 30,1 dei casi, invece, le
spose sono originarie dell’Unione europea. Le italiane preferiscono
invece gli uomini nord-africani (34,1% dei casi), gli europei e
solo per ultimi gli americani. Nel 2010, poi, i matrimoni misti
subiranno un’ulteriore accelerata. Rispetto al 2007, l’incremento
sarà infatti del 32%.
Meglio la scuola privata. Scuole meno complicate
per sfuggire al recupero dei debiti. I giovani italiani “fuggono i
licei pubblici” e si dirigono nelle scuole private, istituti “più
facili da cui uscire più in fretta”. A preferire le non-statali
sono infatti gli alunni rimandati nelle scuole superiori. Cade
anche il mito della scuola “privata e quindi costosa” perché –
spiega il rapporto – oltre ai contributi statali, le scuole private
ricevono spesso dei contributi erogati singolarmente dalle regioni
e dalle amministrazioni locali. Ciò renderebbe meno onerose le
somme di denaro richieste ai genitori per iscrivere i propri figli
nelle scuole non statali e ne facilitano, quindi, l’ingresso.
Laurea senza valore. Invece di aiutare, il
possesso di un titolo di laurea ha conseguenze negative
sull’occupazione. Rispetto alla media fatta registrare dall’insieme
dei paesi Ocse (32%), in Italia solo 16% degli occupati tra i 25 e
i 34 anni è laureato. E per la popolazione tra i 15 e i 24 anni, il
rischio di rimanere disoccupato “aumenta al crescere del titolo di
studio”. Ma questa non è una novità.
Eutanasia? Sì grazie. Meno contrari ma anche meno
favorevoli. Rispetto al 2007 le variazioni sono comunque
lievissime: la stragrande maggioranza degli italiani (il 67,4%)
continua ad essere favorevole alla “dolce morte”, l’eutanasia. Solo
il 21,7% continua a dire “no”, mentre una percentuale
considerevole, il 10,9%, non si sente in grado di dare alcun parere
in merito. Di più, gli italiani favorevoli ad una legge che
istituisca il testamento biologico sono l’81,4%. Una cifra più alta
di 6,7 punti rispetto al 2007.
Magia, magia. Problemi di cuore o questioni
private. In Italia sono 155.000 i maghi, astrologi e cartomanti
pronti a risolvere o addolcire le sofferenze degli italiani.
Interpellare un mago può servire, nel 19,5% dei casi, a risolvere
delle questioni legate alla salute, o anche per conoscere il
proprio percorso professionale (17,1%). E per ottenere un
“consiglio” del genere le spese affrontate dagli italiani si sono
mediamente aggirate sotto ai 50 euro (74,1%). Ma c’è anche chi è
arrivato a pagare cifre sbalorditive: tra 501 e mille euro (il
4,7%) o addirittura più di 3mila euro (1,2% dei casi).