I tartassati – ottomila euro di imposte all’anno sulle spalle di ogni italiano
Ottomila euro di tasse
all’anno: è il macigno che pesa su ogni cittadino italiano. Un peso insostenibile, documentato dalle indagini rese note nelle ultime ore e realizzate dalla Cgia di Mestre su dati ufficiali Istat.
L’interminabile elenco di balzelli, all’incirca cento, comprende ovviamente anche la tassazione indiretta su qualsiasi attività umana e familiare, oltre che lavorativa. Per fare solo qualche esempio, ad accrescere la montagna fiscale sulle spalle del povero italiano ci sono addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi,
ritenute d’acconto e tanto altro ancora.
Il dato è riferito al 2015, anno in cui l’importo di ottomila euro “a cranio” va maggiorato, secondo gli esperti della cassa artigiani veneta, con i contributi previdenziali. Si arriva così alla insostenibile somma di 12mila euro a testa ogni anno per ciascun cittadino italiano.
Ma le elaborazioni dell’Ufficio Studi Cgia su dati Istat fanno di più, e sondano lo “sgradimento” degli italiani rispetto ai diversi tipi di tasse che sono costretti a pagare: la più odiata dalle imprese è l’Irap, quella maggiormente sgradita alle famiglie è l’Imu-Tasi. Entrambe colpiscono beni primari: nel primo caso, le prestazioni di lavoro, su cui si fonda la nostra economia, nel secondo, il diritto alla casa. Quelle che rendono di più allo Stato in termini di entrate sono però l’Ires (imposta sul reddito delle imprese, che grava per quasi il 50% degli utili prodotti e nel 2014 ha consentito all’erario di incassare 31 miliardi di euro), e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive, che ha assicurato 30,4 miliardi di gettito). Ma le imposte che gravano di più sulle sorti economiche dei cittadini sono Irpef e Iva: insieme rappresentano oltre la metà del gettito, un secco 53,1%. Le sole entrate nelle casse dello Stato da imposte Iva sfiorano i 97 miliardi di euro e sono pari a quasi il 20% dell’intero gettito.
«Lo Stato italiano – tuona il presidente di Noi Consumatori Angelo Pisani – dovrebbe vergognarsi. I cittadini hanno dato prova di orgoglio, dignità e capacità straordinarie, riuscendo a superare la crisi pur caricati di un onere fiscale insostenibile. Ricordo solo – conclude Pisani – che la pressione tributaria in Italia è la terza più elevata dell’Eurozona, dopo Finlandia e Belgio, superiore di sette punti percentuali rispetto a quella tedesca, pari al 22,9%. Ma andiamo a vedere come funziona lo Stato in questi Paesi e cosa offre ai cittadini in termini di risparmio su beni e servizi primari che da noi, cominciando dalla salute e per non parlare del welfare, dobbiamo pagare ogni giorno a caro prezzo».