"Ignorare l’alt non è reato penale" La Cassazione dà ragione a motociclista
ROMA – L’automobilista che non si ferma davanti all’Alt intimato
dalle forze dell’ordine non rischia alcuna condanna penale. Lo hanno
deciso i giudici della prima sezione penale della Suprema Corte di
Cassazione dando ragione al ricorso di un motociclista siciliano
imputato e condannato per resistenza a pubblico ufficiale.
D’ora in avanti si potrà ammettere più o meno candidamente di “non aver
visto la paletta” o d’aver pensato che la segnalazione “si riferisse
alla macchina subito prima o dopo” in caso di incolonnamenti. Nuove e
vecchie furbizie che stando alla decisione della corte di Cassazione,
non avrebbero dovuto suscitare grande preoccupazione nemmeno prima. I
giudici siciliani hanno infatti sottolineato che “il fatto non è
previsto dalla legge come reato” ma è da considerarsi una violazione al
codice della strada e come tale “qualificato come violazione
amministrativa”.
Il centauro siculo che aveva tirato dritto ad un posto di controllo
della polizia, era stato condannato dal tribunale di Palermo
all’ammenda di 200 euro per inosservanza dei provvedimenti
dell’autorità (art. 650 c.p.) e resistenza a publico ufficiale. La
sentenza del tribunale siciliano è stata annullata senza rinvio. La
speranza, d’ora in poi e che gli agenti non siano costretti ad mettere
in cantina le palette e spingere sull’acceleratore per rincorrere
automobilisti “oculatamente distratti”.