Il 5 aprile Maradona dimostrerà l’ illegittimità e la prescrizione della scandalosa pretesa di Equitalia
L’avvocato Angelo Pisani, professore di Processo Tributario all’ Università Parthenope di Napoli ed esperto in controversie Equitalia, ritiene incredibile e inspiegabile la provvisoria decisione della stessa Sezione della Commissione Tributaria provinciale di Napoli, che almeno si sarebbe dovuta astenere da tale processo per aver già irritualmente rigettato la medesima domanda con un giudice padre di un avvocato di Equitalia e che certo poi non ha modificato il provvedimento del loro componente in conflitto totale con la normativa, di impedire ancora a Maradona di poter tornare liberamente a Napoli fino all’esito del processo.
“Il 5 aprile, comunque, nel merito del giudizio Maradona dimostrerà davanti a nuovi giudici l’inesistenza del titolo che lo perseguita, nonché l’ illegittimità e la prescrizione della scandalosa pretesa di Equitalia, e quindi l’ infondatezza del rigetto della sospensiva da un collegio che dall’ inizio non ha assicurato alla difesa di esser sereni e un giusto processo, tanto e’ – dichiara il difensore di Maradona – che faremo ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la violazione della convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e presenteremo esposto per il calcolo degli interessi e spese folli pretesi da Maradona in uno all’assurda e antenata pretesa del fisco”.
“La Commissione Tributaria negando a Maradona di poter di fatto esercitare il proprio diritto di circolazione in Italia prima ancora di una sentenza definitiva, esasperando le cosiddette misure cautelari cui spesso assistiamo nei processi penali e oggi anche in quelli fiscali, non accerta l’inesistenza della presunta cartella e dei titoli del fisco mai esibiti in giudizio, non considera la prescrizione dei presunti addebiti, non riesce a distinguere la differenza tra sentenza di rito e di merito e addirittura giustifica senza motivazione una pretesa per oltre 30 milioni di euro fatta solo di spese ed interessi targati Equitalia, tra l’altro abrogati dalla recente normativa italiana. Visto che non vi è ancora stata alcuna notifica – continua Pisani -, non conosciamo le motivazioni del provvedimento di rigetto della sospensiva, noto solo a Equitalia e che impugneremo come per legge, ma a questo punto oltre a rivolgerci alla Corte Europea chiederemo anche alle massime autorità istituzionali e giudiziarie italiane che il processo venga celebrato con la massima trasparenza e serenità davanti a nuovi giudici. La giustizia più volte arriva tardi, ma il tempo sarà il miglior giudice e noi pretendiamo un giusto processo”.