Il cane randagio abbaia e morde: il Comune paga i danni
Il Comune paga i danni se i cani randagi
aggrediscono le persone perché non si è adoperato con tutti gli
interventi possibili per contrastare il fenomeno del randagismo, così
come dettano le norme di legge.
La disciplina, sottolinea la Cassazione, impone in capo ai Comuni di assumere provvedimenti idonei ad evitare che gli animali randagi arrechino disturbo alle persone nelle vie cittadine.
Il fatto
Su queste basi, i giudici con
l’ermellino della terza sezione civile hanno accolto il ricorso di una
signora anziana residente in un comune del napoletano che, vittima di
un’aggressione di un cane randagio, era caduta rompendosi il femore.
Il
Tribunale di primo grado le aveva riconosciuto un risarcimento di quasi
34 mila euro con la condanna del comune in solido con la Asl a
risarcire i danni. Risarcimento negato all’anziana dalla Corte
d’Appello di Napoli, proprio sulla base della sua età avanzata.
La presunta caduta, in base alla ricostruzione dei giudici di secondo
grado, avveniva non in seguito all’aggressione del randagio ma per
evitare l’aggressione stessa.
Risarcimento dei danni
La Cassazione ha ribaltato la sentenza d’appello, accogliendo il ricorso della donna e riconoscendole il dovuto risarcimento
dei danni. L’indebita presenza sulla strada del cane randagio, la
peculiare debolezza e sensibilità della vittima che si è spaventata ed
è caduta per il timore di essere morsa dall’animale che le abbaiava
contro, non rendono sicuramente il danno meno grave e ingiusto.
Anche
le persone anziane debbono poter circolare sul territorio pubblico
senza essere esposte a situazioni di pericolo e in particolare a quelle
che l’ente pubblico è espressamente obbligato a prevenire quali il
randagismo.
Graverà di nuovo sulla Corte d’Appello di Napoli
adeguarsi ai principi dettati dalla Corte Suprema e stabilire il giusto
risarcimento per l’anziana anche alla luce delle «ignorate
segnalazioni» da parte del Comune «della presenza di randagi fatte
dalla cittadinanza».