Il caso della piccola Adelaide, trasferita in una casa famiglia. I legali Pisani annunciano esposto in Procura.
Il finto caso umano della piccola Adelaide Ciotola. Ve lo ricordate? La madre della bambina, Luisa Pollaro, aveva dichiarato durante numerose trasmissioni televisive che la figlia affetta da una malattia rara, la sindrome del Lobo Medio, una grave patologia polmonare, aveva bisogno di forti somme di denaro per poter essere curata negli Stati Uniti. Per la bimba è subito scattata la solidarietà degli italiani che in poco tempo hanno fatto arrivare alla famiglia circa 150mila euro. Ma tempo dopo un’inchiesta della trasmissione Le Iene ha denunciato la vicenda come una truffa. Il programma ha dimostrato che Adelaide poteva essere curata benissimo in Italia e che non era in pericolo di vita. La madre si è sempre difesa sostenendo che quei soldi servissero per avere una diagnosi certa del male da cui è affetta la sua bambina. Lo scorso 15 marzo il Tribunale per i minori è intervenuto con il decreto in base al quale la piccola Adelaide è stata trasferita in una casa famiglia con divieto di incontro con genitori e familiari “perchè la madre avrebbe strumentalizzato in modo riprovevole e dannoso per l’integrità psicofisica, la minore, facendole credere di essere ammalata”. Ciononostante “uno psicologo, la cui relazione era presente anche nel fascicolo della procedura minorile, all’esito di una valutazione sulla piccola paziente avesse specificamente raccomandato di evitare un affidamento della minore a persone alla stessa estranee”. A sottolinearlo sono I legali di Luisa Pollaro, gli avvocati Angelo Pisani e Sergio Pisani, che annunciano un esposto in Procura in quanto nella relazione dello psicologo è scritto testualmente: “Ritengo che la bimba sia particolarmente vulnerabile a qualsiasi tipo di cambiamento repentino nella sua situazione affettiva intrafamigliare (mi riferisco ad un’ipotesi di affidamento così come ventilata attraverso una comunicazione telefonica del commissariato), ritengo quindi che la paziente debba essere seguita attraverso un percorso psicoterapico supportivo espressivo e che possa essere consigliabile un eventuale affidamento a parenti o persone a lei già note”.
I legali Pisani sottolineano che “in assenza di qualsivoglia verifica circa l’esistenza di parenti entro il quinto grado che potessero accudire la piccola – come risulta da una relazione in atti alla procedura minorile in cui si dichiara testualmente – ‘tuttavia non è possibile esprimere un motivato parere di affidabilità in quanto non residenti nella quinta municipalità e senza aver cura di quanto aveva raccomandato un esperto in merito si è data esecuzione al citato provvedimento affidandosi la minore a persone a lei estranee. Invano – continuano gli avvocati – si è cercato nelle more di ottenere un’ autorizzazione a fare visitare nell’immediatezza la piccola da uno psichiatra di parte per valutare eventuali danni alla stessa eventualmente derivabili dall’esecuzione dell’adottato provvedimento”. Dai due avvocati, inoltre vengono ritenute preoccupanti per la salute della piccola le conclusioni a cui perviene il professor Mario Pannain, psichiatra, che sottolinea “la peculiare natura del legame tra la minore e la sua genitrice che, indipendentemente da qualsiasi censura in ordine alla condotta contestata alla signora Pollaro, risulta connotato da una intensità e da una ricchezza affettiva straordinaria al punto di essere ritenuto indispensabile dalla bambina”. Secondo lo specialista, in particolare, la piccola “difficilmente potrà prescindere da questo legame senza subire un profondo trauma emotivo con conseguenze certamente drammatiche”.
In linea anche il parere espresso dal dottor Mario Puccioni, psicologo: “Ritengo che la bimba sia particolarmente vulnerabile a qualsiasi tipo di cambiamento repentino nella sua situazione affettiva intrafamigliare. Preliminarmente è doveroso evidenziare che nel caso che ci occupa come rilevato anche dal dottor Puccioni non ci si trova di fronte ad una minore che presenta danni o disturbi psichici, ascrivibile a condotte genitoriali tali da giustificare un così drastico provvedimento. Le non comuni capacità cognitive ed intellettive riscontrate nella minore apparsa in grado di gestire in modo assai adeguato il rapporto con il mondo esterno e comunque il rapporto con la figura materna intesa e vissuta da Adelaide come una mamma perfetta”. Secondo l’avvocato Sergio Pisani “è indubbio che nel caso in esame possano sussistere profili di responsabilità in merito ai possibili danni che possano derivare o sono già derivati alla minore dall’esecuzione di tale provvedimento che si ripete è stato adottato nonostante precise raccomandazioni contrarie di uno psicologo, non di parte, la cui relazione era già agli atti del tribunale dunque anche a rischio che alla minore potessero derivare delle conseguenze di natura psicopatologica. Per tale motivo sto valutando di presentare un esposto e di procedere in incidente probatorio allo scopo di verificare a mezzo perizia la condizione psicopatologica in cui si trova la minore”.