Il comma UNO BIS Folena/Luxuria e il degrado della Rete
Vorrei vivere in un Paese in cui, al mattino, esco di casa, compro il giornale e leggo cosa il Governo e il Parlamento hanno fatto per la MIA FAMIGLIA. Li pago, questi signori, con il mio lavoro, con le mie tasse, attraverso i consumi. Mi aspetto qualche buona notizia quotidiana, di qualunque genere, anche piccola. Per sentirmi sereno, per vivere un giorno di normale serenità. Non pretendo poi molto. Respirare profondamente aria pulita, alzare gli occhi al cielo e sorridere. Al mattino, invece, vengo informato, di rado dai giornali o dalle televisioni, quasi sempre da amici e dalla Rete, di nuovi ostacoli, problemi, sofferenze creati dai nostri dipendenti. Hanno un cilindro magico, estraggono senza sosta leggi, emendamenti, commi per toglierci la tranquillità.
Dove vogliono arrivare? All’idrofobia collettiva? Se questo è il loro scopo, ci stanno riuscendo. Per esempio con una leggina che si sono votati nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2007 per augurare un Buon Natale agli italiani.
Il 6 febbraio 2007 era stata presentata una proposta di legge dal titolo: “Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) ” da 32 deputati (TRENTADUE).
Il 19 settembre 2007 Folena, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Sasso, Bono, Garagnani, Goisis, Ghizzoni, Barbieri hanno introdotto il comma UNO BIS:
“È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradati, per uso didattico o enciclopedico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il Ministro della pubblica istruzione e dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o enciclopedico di cui al precedente periodo”.
Dopo la legge Levi-Prodi, che sta caaaaaaamminando come l’Itaaaaaalia, è arrivato (non richiesto) il comma UNO BIS.
Su Internet potranno essere pubblicate solo immagini e musiche “degradate”, solo per uso didattico, non a scopo di lucro. Uno scienziato potrà pubblicare solo immagini “degradate”. Un blog che invece copre i suoi costi (a fini di lucro) con la pubblicità di Google dovrà pagare il bollino SIAE.
Il degrado su Internet c’era già, con le facce dei parlamentari e con la monnezza in Campania. Il comma UNO BIS lo ha certificato.