Il Comune è contro i nani da giardino, gli abitanti si ribellano nel Salernitano
SALERNO
Con alterne fortune sono presenti nelle aiuole di tutto il mondo dalla
Ma c’e chi delle statue di Biancaneve e dei sette nani non può farne
Pensare che, invece, c’è chi gli gnomi li vuole salvare dalla mano
Il blitz più clamoroso risale al 1999 quando il Fronte «rapisce» oltre
Poi, ancora, azioni sparse in Belgio, Italia, fino in Australia, dove
Saranno importanti in Inghilterra, secondo la pagina loro dedicata da
Le più moderne, ma anche le meno pregiate, hanno le fattezze dei sette
Quello stesso anno la Germania ne produce 2 milioni di esemplari per un
Vi partecipano esperti internazionali che dibattono sul «nano da
(14 maggio) – C’è chi li detesta trovandoli kitsch, chi li colleziona,
e chi sostiene abbiano un’anima, come il Movimento di liberazione, e li
ruba per liberarli dagli spazi ristretti in cui l’uomo vuole
imprigionarli: la realtà è che nessuno resta indifferente ai nani da
giardino, e per questo la loro vita è tutt’altro che tranquilla.
fine dell’ottocento, nella misura di oltre 25 milioni di esemplari,
secondo stime non ufficiali. Una presenza che, in alcuni casi, disturba
se il sindaco di Furore, un comune del Salernitano, si è dato la pena
di emanare un’ordinanza per la rimozione dei nanetti che causerebbero
«l’alterazione dell’ambiente naturale».
proprio a meno e quindi ha deciso di resistere. «Mi chiedo se si debba
chiedere l’autorizzazione anche per mettere una pianta», dice una
cittadina di Furore cui l’ordinanza non piace. Dal Comune, però, non
vogliono sentire ragioni: «lo “sfratto” ai nani è stato deciso dalle
norme del Put». La rimozione delle statue, dunque, potrebbe scattare da
un momento all’altro.
dell’uomo e li ruba dai giardini per poi liberarli nel loro ambiente
naturale, i boschi. Il Fronte di liberazione dei nani, con molti
«rapimenti» al suo attivo, è nato in Francia ma ha adepti in molti
altri Paesi, ed anche molti emuli, dal Movimento autonomo per la
liberazione delle anime da giardino (Malag) all’Associazione
internazionale per la difesa dei nanetti da giardino.
143 nani fatti poi ritrovare in piazza a Sarrebourg. Nel 2002 si
sussegue una spettacolare serie di azioni di liberazione per una
«massiccia campagna di lotta contro gli schiavisti». Fino al 2005
quando oltre cento statuette rubate vengono ritrovate nel parco
pubblico di Bron, periferia di Lione, «restituite alla libertà».
nel 2003 oltre 60 nanetti vengono prelevati dalle case e sistemati su
un promontorio con vista mare. Ma l’episodio più incredibile avviene
nel 2000 a Firenze quando, in piena rassegna Pitti moda, una ditta
veneta si dice pronta a pagare un riscatto per riavere i suoi 26
«preziosi e rari» nanetti rapiti dalla mostra che la ditta aveva
organizzato. Una lunga storia di complemento d’arredo alle spalle, le
statuette in terracotta, alte non più di 70 centimetri, con barba
bianca, berretto a punta rosso, grembiule e scarponi consumati, nascono
nel cuore verde della Germania, a Grafenroda, un villaggio della
Turingia, intorno al 1870.
Wikipedia, nel 1874 da Sir Charles Isham. Ad inventarli è la ditta
Griebel, che ancora esiste ed ha realizzato anche un museo a loro
dedicato. E sulla loro produzione si è combattuta anche una guerra per
il marchio, visto che per essere doc le statuette, secondo i produttori
tedeschi, devono rispettare certi criteri: primo tra tutti non essere
in plastica, ma in gesso o terracotta, e dipinte a mano.
nani di Biancaneve. Nel ’94 Germania e Polonia proprio sui nani
arrivano ai ferri corti. I tedeschi, infatti, considerano gli gnomi da
giardino un patrimonio culturale nazionale e giudicano quelli polacchi
volgari contraffazioni. Per questo, per mesi i doganieri alla frontiera
sequestrano le statuine polacche troppo simili a Brontolo, Cucciolo e
Dotto, per un totale di 30 mila tonnellate di statuette «no doc».
valore di circa 400 milioni di marchi. E quattro anni dopo Fritz
Friendman, che si definisce professore di «nanologia», fonda
l’«Associazione internazionale per la difesa dei nani da giardino»,
visti i rischi di falsificazione e abusi. È del ’98 il primo congresso
internazionale sul tema, e non può che svolgersi a Parigi, patria
d’adozione dei nanetti.
giardino come rivelatore sociale». E, sul tema, non mancano le
trasposizioni cinematografiche: la più recente è «il favoloso mondo di
Amelie», in cui il padre della protagonista inizia a ricevere polaroid
da tutto il mondo che raffigurano il suo nano da giardino, scomparso
misteriosamente.