Il Comune non paga, stangata da 15 milioni
È lunga la lista dei nodi lasciati irrisolti da Riccardo Realfonzo.
Oggi Michele Saggese entrerà per la prima volta a Palazzo San Giacomo
da assessore al Bilancio e dovrà subito fare i conti con una serie di
problemi che richiedono un intervento immediato. Tra questi c’è il
contenzioso con Equitalia: la società di riscossione, infatti, ha
notificato al Comune di Napoli 37 cartelle esattoriali per un totale di
15 milioni di euro. Un pesante debito destinato ad aumentare a causa
degli interessi se non si correrà subito ai ripari. Un altro scoglio da
superare riguarda la Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani:
Realfonzo l’ha aumentata del 60%, Saggese dovrà trasformarla in tariffa
per tentare di riequilibrare gli effetti dei rincari. E ancora nella
lista degli impegni figurano un’attenta verifica sui debiti fuori
bilancio (pratica sempre contestata da Saggese nella veste di
presidente dei Revisori dei conti) e un deciso intervento per
migliorare la liquidità dell’ente che non riesce a incassare i fondi di
contravvenzioni e tributi. Ma soprattutto l’assessore al Bilancio dovrà
procedere alla riorganizzazione delle aziende partecipate partendo da
un punto centrale: il completamento del percorso di pubblicizzazione
dell’acqua attraverso il pieno coinvolgimento dell’Arin, società
interamente controllata da Palazzo San Giacomo. Per raggiungere il
difficile obiettivo Saggese verrà affiancato da una cabina di regia,
che sarà guidata dal vicesindaco Tino Santangelo e di cui farà parte
l’assessore alla Legalità Luigi Scotti. La sfida è dar vita al tanto
atteso rilancio in tempi brevissimi: alla fine della legislatura manca
poco più di un anno. In consiglio comunale, intanto, il dibattito è
aperto: per gli esponenti del Pd Mariano Anniciello, Emilio Di Marzio,
Emilio Montemarano e Francesco Nicodemo «il timore è che tutti i nodi
politici che stringono la maggioranza non saranno sciolti se non si
definiranno le priorità politiche e programmatiche da realizzare da
oggi alla fine del mandato. Al Pd e al suo gruppo consiliare spetta il
compito di assumersi queste responsabilità e di dettare l’agenda degli
interventi». D’accordo i colleghi Giovanni Palladino e Diego Venanzoni:
«Meglio staccare la spina rispetto a una lunga agonia che non ci
sentiamo più di condividere anche se solo come corresponsabilità di
adesione a un quadro politico ormai logoro». Secondo Gaetano Sannino,
Antonio Fellico e Antonio Frattasi (Pdci) «la nomina di Saggese non
raffigura di sicuro un mutamento nella severità e nella moralizzazione
dei conti, ma siamo convinti che la cabina di regia riproduca una
riattivazione del trascorso». Durissimo il commento di Salvatore
Varriale (Pdl): «Che il presidente di un organismo di controllo venga
cooptato in seno all’organismo controllato è contro il delicato
meccanismo di check and balancing che garantisce la democraticità delle
istituzioni liberali. È inoltre legittimo chiedersi – aggiunge – se
l’attività di controllo svolta in questi anni non sia viziata da una
vicinanza di parte che la nomina ad assessore esplicita in maniera
incontrovertibile». Roberto De Masi (Udc), invece, è ironico: «Ormai
volano gli stracci. Peggio di così non si può andare anche perché è
impossibile scendere sotto l’ultimo posto nella classifica della
qualità della vita. Quanto a Oddati, si conferma che fare il
superassessore non porta bene…». Infine Stanislao Lanzotti (Pdl), che
accusa: «Sono convinto che, approvato il bilancio, a questo punto il
Consiglio andrà di nuovo in letargo e si tornerà al solito immobilismo.
Non si capisce, dunque, l’ostinazione del sindaco Iervolino. Siamo
ancora in tempo per andare a casa e votare insieme con le Regionali
evitando un ulteriore spreco di risorse. Lo scioglimento anticipato,
infatti, è una strada obbligata, l’unica possibile».