Il Comune paga il fitto per la suocera del boss
Pomigliano. L’aiuto a sostenere la spesa per l’affitto è un contributo
statale che i comuni dovrebbero erogare alle famiglie bisognose,
nullatenenti, insomma, a quelli che hanno l’acqua alla gola e che
quindi non hanno i soldi per dormire sotto un tetto dignitoso. Ma il
condizionale è d’obbligo perché a volte invece non è proprio così. Non
è così, tanto per fare un esempio, davvero un brutto esempio, a
Castello di Cisterna, settemila abitanti, hinterland quindici
chilometri a est di Napoli. Qui il comune ha ammesso al beneficio ex
articolo 11 della legge 431 del 1998, cioè al sostegno pubblico per
pagare l’affitto, la benestante suocera del ricco boss del paese. La
somma elargita dal comune alla “povera” inquilina non sarebbe di quelle
stellari, gli investigatori parlano di alcune centinaia di euro al
mese, ma la cosa che lascia interdetti è che la signora Filomena Iengo,
suocera del pezzo grosso della camorra Giovanni Rega, in carcere da
tempo, risulta proprietaria di due appartamenti e di un negozio nonché
committente dei lavori di realizzazione di un palazzo composto da altri
quattro alloggi, tutti ubicati accanto a una delle sue proprietà. I
carabinieri della caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si trova
proprio lì, a Castello di Cisterna, quando sono entrati in possesso
della documentazione che descrive l’incredibile vicenda non hanno
creduto ai loro occhi. «Nell’analizzare la graduatoria ex articolo 11
della legge 431/1998, approvata con la delibera di giunta comunale
numero 196 del 9 novembre del 2006, non si può non rilevare che risulta
ammessa al beneficio Iengo Filomena, nata a Baiano nel 1940, madre di
Annamaria De Cicco, più volte citata in quanto coniuge di Giovanni
Rega, capo dell’omonimo clan: la Iengo e la De Cicco sono conviventi»,
scrivono i militari del colonnello Antonio Jannece nell’indagine
trasmessa alla commissione d’accesso antimafia del comune, la cui
relazione finale ha determinato, nel luglio 209, il commissariamento
per infiltrazioni camorristiche. Quando la ex amministrazione comunale
di Castello di Cisterna le ha riconosciuto il contributo all’affitto la
signora Iengo già risultava proprietaria di una palazzina con annesso
negozio in via Vittorio Emanuele, la strada più in vista del paese, a
pochi passi dal municipio, e di un appartamento a Pomigliano, in via
Roma. Poco prima la suocera del boss aveva affidato la realizzazione
dell’ampliamento della palazzina di via Emanuele, dove sono state
costruite altre quattro case, a quello che pochi mesi dopo sarebbe
diventato uno degli assessori più importanti dell’amministrazione
municipale. Non soltanto aiuti pubblici alla suocera del boss. Nelle
indagini dei carabinieri si riportano altri episodi analoghi. I
militari hanno scoperto che una serie di contributi pubblici sono stati
erogati dal comune di Castello di Cisterna anche ad alcuni noti
esponenti locali della criminalità organizzata. Qui alcune figure di
spicco del clan Ianuale (Castello di Cisterna ha solo 7mila abitanti ma
ben due clan) hanno ricevuto il reddito di cittadinanza, un sostegno
regionale di 350 euro al mese che viene erogato sulla base di una
graduatoria dei comuni. Oltre al reddito di cittadinanza uno dei due
aveva pure beneficiato di altre somme.