Il direttore sanitario che si fa pagare per saltare la lista d’attesa risponde di corruzione e non di truffa
Il direttore sanitario del reparto di chirurgia che offre ai pazienti
la possibilità di saltare la lista d’attesa dietro pagamento e si fa
retribuire per interventi chirurgici eseguiti in regime ospedaliero
gratuito risponde dei reati di concussione e corruzione, ma non di
truffa. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione.