IL FENOMENO DELLE CARTELLE PAZZE
Il fenomeno ebbe origine nell’anno 1998, allorchè l’allora Ministero delle Finanze emanò milioni di cartelle esattoriali sbagliate,procurando non pochi problemi ai contribuenti italiani.Questo increscioso inconveniente,scaturito dal tentativo dell’Amministrazione Finanziaria di procedere alla modernizzazione e alla informatizzazione del servizio del sistema fiscale italiano,fu denominato dalla stampa specializzata e dall’opinione pubblica “ fenomeno delle cartelle pazze”.Fu Padre Rastrelli, nella trasmissione televisiva “Cara Giovanna” andata in onda il 17 febbraio 1998 su RAI UNO, che ha sensibilizzato l’opinione pubblica sul dramma delle Cartelle esattoriali errate emesse dalla Pubblica Amministrazione,denunciando un numero di un milione e cinquecentomila “CARTELLE PAZZE” iscritte a ruolo nell’anno 1998. Tutto il paese si ribellò. E per primi scesero in campo le associazioni di categorie facenti capo alla difesa dei contribuenti italiani che, insieme a Padre Rastrelli, organizzarono la più grande manifestazione degli ultimi tempi avutasi nei confronti del Ministero delle Finanze. Il 9 marzo 1998 incrociarono le braccia tutti i dipendenti del Ministero delle Finanze e lo stesso giorno furono ricevuti dall’allora in carica Segretario Generale del Ministero Dott. Giuseppe Roxas. Ad “oras”, il Ministero delle finanze fu costretto a emettere e pubblicare la famosa circolare n. 77/E del 1998 con la quale si sospendeva la riscossione delle Cartelle pazze per il 1998. Di tutto ciò i mass media diedero ampio risalto. Si precisa che per errate iscrizione a ruolo devono intendersi:• LE CARTELLE ESATTORIALI MAI NOTIFICATE! • I DEBITI PRESCRITTI 0 NULLI! • I TRIBUTI 0 MULTE GIA’ PAGATI 0 CONDONATI! • GLI ATTI ESECUTIVI GIA’ ANNULLATI CON RICORSO/SGRAVI! • I CREDITI NON RISCOSSI NEI TERMINI E SENZ’AVVISO DI INTIMAZIONE
A distanza di alcuni anni, bisogna prendere atto che tutto ciò non è servito a niente. Infatti il Ministero delle Finanze successivamente ha dato attuazione ad un programma accelerato di smaltimento delle dichiarazioni dei redditi dal 1994 al 1998 che prevedeva, come termine ultimo di lavorazione delle dichiarazioni, il 31 dicembre del 2000. Ciò, ha comportato,nei due anni successivi (2003 e 2004), un invio di 20 – 25 milioni di cartelle esattoriali relative a tributi erariali. Secondo una stima degli stessi funzionari del Ministero delle Finanze, circa il 40% delle cartelle lavorate hanno presentato errori sostanziali per cui è riesploso nuovamente il fenomeno delle “CARTELLE PAZZE . Il fenomeno colpì venticinque milioni di italiani ed ebbe un’eco talmente clamorosa da indurre anche il Presidente della Repubblica Italiana di allora a denunciare pubblicamente le mostruosità del fisco italiano, arrivando a definire il 740 del 2003 come “lunare”. Le richieste di pagamento dell’amministrazione Finanziaria riguardavano i redditi del 1999 e comportavano interessi esorbitanti, tanto da raggiungere percentuali fino al 244%. Trattavasi, come si può facilmente arguire, di inutili vessazioni che minavano la fiducia tra cittadini, Amministrazione dello Stato e lavoratori, i quali oltre a sobbarcarsi a responsabilita’ non proprie, hanno prodotto dei carichi di lavoro tanto enormi quanto non produttivi per la Pubblica Amministrazione avendo generato, in modo indotto, danni all’erario per aver effettuato la loro prestazione professionale inutilmente. E’ stato all’uopo ritenuto innanzitutto che le sanzioni non andavano pagate, dal momento che tale comportamento comportava una violazione dello statuto del contribuente ( la sanzione deve essere proporzionata al presunto errore). Ed inoltre venne manifestata la necessità di costituire un’Authority che oltre a vigilare possa anche sanzionare i responsabili di simili errori. Il problema,tra l’altro, riguarderebbe, oltre ai semplici contribuenti, anche le societa’. E’ stato,inoltre sostenuto da Associazioni di categoria che avevano anche auspicato l’apertura di uno sportello del contribuente, che dietro il fenomeno delle cartelle pazze poteva ipotizzarsi una manovra Finanziaria occulta in quanto, cifre alla mano, o il contribuente pagava la sanzione ingiusta oppure per dimostrare la propria estraneita’ doveva comunque sborsare almeno 20,66 euro per marche da bollo. Se queste cifre venivano moltiplicate per i milioni di avvisi pervenuti ai cittadini, il conto era presto fatto. Le medesime associazioni preannunciavano anche l’avvio di un’azione di responsabilità nei confronti del ministero dell’Economia e delle Finanze sia per la mancata costituzione di un tavolo permanente di confronto con le associazioni dei contribuenti e dei consumatori, obbligata tra l’altro dal Parlamento, sia per mancata vigilanza sulle Agenzie delle Entrate, responsabili del fenomeno, e sui concessionari alla riscossione. Le giustificazioni addotte dalla Agenzia delle Entrate sono state quelle di minimizzare il fenomeno, rassicurando i contribuenti che se ci fossero stati errori in misura molto limitata, si sarebbe, comunque, proceduto all’ annullamento.E’ stato precisato che il rischio di errori potrebbe essere stato determinato dal fatto che nel ‘ 99 non funzionava il modello F24 e questa potrebbe essere una fonte di errori perché non c’ era un controllo automatico. Ma, è stato sottolineato ancora, nel 2000 esisteva già un filtro, ovvero gli avvisi preliminari. Ovvero c’ era un sistema di controllo telematico, in modo tale che se risultavano irregolarita’ veniva inviata una lettera ai contribuenti che regolarizzavano o meno la propria situazione . Inoltre è stato fatto notare che dai call center delle Finanze non risultavano telefonate e lamentele sul ‘ 99. E se ci fossero state milioni di cartelle, credo che l’Amministrazione lo avrebbero,comunque, saputo .L’Agenzia delle Entrate ha precisato,inoltre, che l’anno 1999 era il secondo anno del telematico. Non era ancora entrato in vigore il Mod F24 e la trasmissione da parte delle banche avveniva con la delega azzurra. Ma nel 2001, quando sono state liquidate le dichiarazioni del ‘ 99, un buon 70-75% di dichiarazioni erano già state definite. Quelli di cui trattasi erano, dunque ruoli di chi non aveva pagato oppure, avendo ricevuto la comunicazione, il contribuente non si era attivato . Quindi, se ci sono stati errori, concludeva l’Agenzia delle Entrate, essi sono stati limitati: 4-5% di errori commessi dai contribuenti o dall’ amministrazione o da tutti e due. Comunque veniva data ampia assicurazione che le situazioni sarebbero state esaminate caso per caso e ,qualora fossero scaturiti errori,questi sarebbero stati immediatamente annullati attraverso l’ autotutela’.
L’amara esperienza in materia vissuta dall’Amministrazione Finanziaria negli anni 1998 e 2003, probabilmente non è servita a nulla se anche nel 2007 si è ripetuto lo stesso fenomeno.Ecco cosa scrivono alcune agenzie giornalistiche:A) FISCO/ CONTRIBUENTI.IT: ONDATA CARTELLE PAZZE, COLPITI IN 630MILA. Notificate 1,5 mln cartelle esattoriali, il 42% sono errate Roma, 11 aprile. (APCom) – Su 1,5 milioni di cartelle esattoriali notificate in questi giorni agli italiani per multe automobilistiche, Ici, diritti camerali, Tarsu, Irpef, Iva, Inps e redditi soggetti a tassazione separata ben il 42% sono ‘pazze’, cioè sbagliate, perché gli importi non sono dovuti. La denuncia arriva da ‘Contribuenti.it‘ (Associazione contribuenti italiani) attraverso ‘Lo Sportello del Contribuente’ che rileva che il fenomeno ha colpito 630 mila cittadini in regola .il fisco. “Purtroppo – sottolinea l’Associazione – solo 18mila su quasi 630mila cartelle pazze sono state individuate dagli agenti della riscossione prima della spedizione”. Il fenomeno delle “cartelle pazze”, spiega ‘Lo Sportello del Contribuente, si registra in tutta Italia e la punta dell’iceberg è a Roma con 54.600 “cartelle pazze” seguita da Napoli con 53.900, Milano con 52.100, Genova con 47.600, Torino con 44.900, Palermo con 43.700, Bologna con 41.100 e Bari con 34.500. Chiude la Campobasso ed Isernia rispettivamente con 15.100 e 6.200 avvisi. Ciò che più allarma Lo Sportello del Contribuente è che tra le vittime figurano anche i minorenni, i disabili e persone decedute. “Basta con il continuo reiterarsi di queste inutili vessazioni poste in essere in dispregio di norme costituzionali, tributarie e statuto dei diritti del contribuente che minano la fiducia tra fisco e contribuente, generando, in modo indiretto, danni all’erario – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – il governo deve immediatamente prendere dei provvedimenti e fermare questo odioso fenomeno e malcostume”. In attesa di provvedimenti, “Contribuenti.it” ha attivato il servizio ‘Sos cartelle pazze’ (telefono 06.412828753) gratuito per i contribuenti che vogliono conoscere tutte le modalità per far valere i propri diritti. B) Fisco: Contribuenti.It, Nuova Ondata Di Cartelle Pazze (ASCA) – Roma, 11 aprile – Nuova ondata i “cartelle pazze”, per circa un milione e mezzo di contribuenti, di cui il 42% sono sbagliate. “Le cartelle notificate in questi giorni per multe automobilistiche, ]CI (Londra: ICI.L – noti, ie) , diritti camerali, Tarsu, IRPEF, IVA, INPS e redditi soggetti a tassazione separata e, tra queste, ben il 42% sono pazze, perche’ gli importi non sono dovuti”. La denuncia arriva da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani attraverso “Lo Sportello del Contribuente”, secondo la quale il fenomeno delle “cartelle pazze”, cioe’ sbagliate, ha colpito 630 mila di cittadini in regola con il fisco. C) LA PADANIA 13/04/2007 Questo fisco ha le cartelle che si merita… gianmarco gallizzi Roma – Da oggi il Fisco nazionale ha qualche nemico in più, 630mi1a per l’esattezza. è infatti questo il numero allucinante di quanti hanno ricevuto in questi giorni cartelle esattoriali non dovute. Multe automobilistiche, Ici, diritti camerali, Tarsu, Irpef, Iva, Inps e redditi soggetti a tassazione separata: l’elenco delle notifiche “pazze”, perché relative appunto a debiti inesistenti, è lungo e secondo Contribuenti.it, l’associazione dei contribuenti italiani, la percentuale di errore sarebbe pari al 42% su un totale di un milione e mezzo di cartelle. Un’ingiustificata enormità. II fenomeno non fa discriminazioni geografiche, tutte le grandi città sono state colpite. II picco a Roma con 54.600 cartelle, poi Napoli (53.900), Milano (52.100), Genova (47.600), Torino (44.900), Palermo (43.700), Bologna (41.100) e Bari ( 34.500). Chiudono la classifica Campobasso ed Isernia rispettivamente con 15.100 e 6.200 avvisi. Tra le vittime anche disabili e perfino persone decedute. La solerzia con cui si sono mossi gli agenti della riscossione ha permesso di bloccare soltanto 18mila cartelle sbagliate su un totale che arriva – come detto – a 630.000«Basta con il continuo reiterarsi di queste inutili vessazioni poste in essere in dispregio di norme costituzionali, tributarle e statuto dei diritti del contribuente che minano la fiducia tra fisco e contribuente, generando, in modo indiretto, danni all’erario», ha tuonato lo stesso presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno. «Il Governo deve immediatamente prendere dei provvedimenti e fermare questo odioso fenomeno e malcostume». In effetti, se è possibile considerare quasi fisiologica una percentuale (minima) di errore nell’invio delle cartelle esattoriali, non si può fare a meno di indignarsi di fronte a numeri di tale portata. E dice bene il presidente Carlomagno, sono proprio queste odiose vessazioni (perché in altro modo non è proprio possibile chiamarle) che incrinano quello che dovrebbe essere un rapporto di totale e cieca fiducia tra Erario e contribuenti. In questo momento, l’unica cosa cieca è invece la furia di chi, oltre a piegare la testa e pagare fino all’ultimo centesimo ogni tassa e imposta, si ritroverà a fare conti, non dovuti, con la “perfetta” macchina da soldi dell’Erario che – evidentemente cieca anch’essa – non guarda in faccia nessuno quando c’è da raccogliere. Sì, siamo tutti disposti a pensare che di errore si tratti e non certo di volontà di nuocere, ma per il contribuente poco importa finché il risultato è il medesimo. E se la massiccia dose di tolleranza nei confronti delle Istituzioni di cui è ricco il nostro dna spinge a chiudere spesso un occhio di fronte all’insipienza di alcuni addetti poco diligenti nel proprio lavoro, di certo l’errore assolutamente imperdonabile ora sarebbe quello di non porre rimedio in modo rapido e completo alla questione. La pazienza dei contribuenti non è eterna. D) LA PADANIA 14/04/2007 Divina: «Sospendere subito l’invio delle cartelle pazze» Il senatore leghista Sergio Divina torna sul caso delle “cartelle pazze” con un’interrogazione al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Al titolare dei dicastero di via XX Settembre Divina ha chiesto «quali iniziative si intendano assumere nell’immediato per ovviare ai pesanti disagi prodotti ai contribuenti – anche in termini di danni economici – con l’arrivo a domicilio di migliaia di cosiddette “cartelle pazze” e se il ministero non ritenga urgente emettere un provvedimento di sospensione della riscossione per le cartelle pazze già emesse e bloccare l’inoltro di quelle non ancora inviate ai contribuenti». L’esponente della Lega Nord ha chiesto inoltre «se ci sia l’intenzione di esaminare caso per caso gli errorî commessi procedendo all’annullamento delle cartelle errate, se non si ritiene necessario attivare lo Sportello del Contribuente dell’Agenzia delle Entrate, e di istituire immediatamente un tavolo di consultazione permanente tra le varie associazioni dei contribuenti ed il Governo, così come approvato dalla Commissione Finanze della Camera nel 2003». E) Noi Consumatori – Una nuova ondata di cartelle pazze PASQUA 2007: AMARA SORPRESA PER I CONTRIBUENTI, LA CAMPANIA INVASA DA ALTRE 300MILA CARTELLE PAZZE E NUOVE MINACCE DI FERMI AUTO ED IPOTECHE, AVV. ANGELO PISANI DENUNCIA ILLEGITTIMITA’ METODI DELLA GESTLINE E CHIEDE RISARCIMENTO PER DANNI DA FESTIVITA’ E VACANZE ROVINATE, OLTRE DANNI ESISTENZIALI E BUON NOME . PER I NOTIFICATORI GESTLINE IL 90% DEI CONTRIBUENTI SONO IRREPERIBILI 0 SCONOSCIUTI, PER NOI CONSUMATORI LE NOTIFICHE SONO VIRTUALI Una nuova ondata di cartelle pazze -per tasse automobilistiche palesemente prescritte del 1998/99- inviate sotto forma di “sollecito pagamento della GESTIine”, con inammissibili ed ingiustificate minacce di azioni esecutive quali ;I) iscrizione ipoteca nei registri immobiliari ed espropriazione immobiliare; II) ) iscrizione di fermo amministrativo su veicolo o altri beni mobili ( nonostante l’illegittimità della medesima procedura stabilita ormai anche dal Consiglio di Stato); III) pignoramento presso terzi di stipendi, pensioni, provvigioni etcc; IV °) accesso alla sede/abitazione per la ricerca, il pignoramento e l’asporto di beni per la successiva vendita; per presunti e fantasiosi mancati pagamenti di carichi di ruolo prescritti, mai notificati, non specificati e comprendenti anche spese illegittime, tipo diritto di notifica di 5,56 euro quando i solleciti s’inviano con posta semplice del costi di 0,25 centesimi di euro, si stanno abbattendo sulle teste di ignari contribuenti campani da parte della solita GESTLine spa Gruppo Riscossione, che, pur di far quadrare i propri bilanci e proseguendo nel suo discutibile operato, dimenticando norme sulla trasparenza, correttezza e buona fede ed ignorando lo Statuto dei diritti dei Contribuenti, continua a perseguitare i cittadini cercando di ottenere pagamenti non dovuti, addirittura già versati oppure oggetto di sentenze o di sgravio, per non parlare di quelli prescritti o mai notificati, in un territorio dove secondo i notificatori di GESTIine tutti i contribuenti sarebbero sconosciuti o irreperibili. Dopo le azioni giudiziarie del movimento NOI Consumatori, che ha ottenuto numerose condanne della stessa GESTLINE al risarcimento del danno esistenziale e personale provocato ad alcuni cittadini vittime di cartelle pazze, afferma l’Avv. Angelo Pisani, ancora una volta diffidiamo il Concessionario delta Riscossione ad attenersi alla normativa vigente ed a non proseguire nell’invio di tali cartelle pazze e nella minaccia di ipoteche, pignoramenti e fermi dei veicoli che terrorizzano i contribuenti e violano il loro diritto di difesa, pregiudicando anche le festività e vacanze pasquali di cui chiederemo il debito risarcimento . Il movimento Noi Consumatori, invita tutte le vittime della solita persecuzione ed i contribuenti italiani che vengono raggiunti da cartelle pazze a denunciare l’accaduto alla Procura della Repubblica ed a chiedere alla magistratura la condanna della concessionaria tributi per ottenere il risarcimento dei danni personali, alla salute, da vacanza rovinata e patrimoniali subiti, avvalendosi, nel caso, del modulo scaricabile gratuitamente dal sito Internet www.noicon.sumatori.it dove è pubblicata una sezione speciale dedicata alle ipoteche e fermi con tutta la documentazione necessaria per far valere i propri diritti. L’avv. Pisani, quindi, invoca l’ intervento preventivo della Procura della Corte dei Conti e detta Procura detta Repubblica di Napoli, promuovendo una raccolta di firme per la richiesta d’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla scandalosa persecuzione dei cittadini e per una proposta di legge popolare di modifica della normativa sulla riscossione. DIRITTI VIOLATI, il giorno di Pasqua in piazza contro i metodi ed abusi GESTIine, Una moratoria Onu dette persecuzioni bancarie ed assicurative in tutta Italia. Questo l’obiettivo detta fiaccolata prevista per giorno di Pasqua, domenica 8 aprite, nelle strade di Napoli. L’iniziativa, organizzata e patrocinata da Noiconsumatori.it, per lanciare un segnale provocatorio al Parlamento e al Governo perché rafforzino l’impegno a presentare un a giusta legge di riscossione tributi, proponendo all’assemblea generale dette Nazioni Unite, la risoluzione di moratoria universale delta persecuzione del contribuente. Per sottolineare visibilmente l’appello, le cartelle pazze saranno ingredienti del falò dove saranno bruciate te prove dello scandalo in corso. F) ilGiornale.it – Scoppia il caso cartelle pazze e l’opposizione chiede lumi – n. 84 del 0… Redazione – domenica 08 aprile 2007 Risultato Maretta ad Anzio per 20mila bollette spedite ai cittadini per presunti mancati pagamenti di tasse comunali. Di fronte alla segnalazione di diverse «cartelle pazze», bollette di messa in mora relative a multe o imposte già regolarmente pagate, il centrosinistra ha presentato un’interpellanza urgente per chiedere lumi. Già dodicimila i residenti di Anzio che hanno ricevuto la lettera della Centro servizi europeo di Roma (Cse), incaricata dal Comune di richiedere «crediti inesigibili» come vecchie quote di tasse comunali o multe automobilistiche che risultano non pagate. Gran parte cittadini, invece, sarebbe in grado di dimostrarne il pagamento. In difficoltà invece quanti hanno pagato le multe automobilistiche ma ne hanno gettata la ricevuta, e adesso rischiano, se non «regolarizzano» entro dieci giorni penali fino al 300 per cento. Proprio sulla scadenza tassativa e sull’impennata, considerata «da strozzinaggio», delle quote richieste in caso di ritardi sono al centro dell’interrogazione rivolta all’assessore alle Finanze Patrizio Placidi da parte del centrosinistra. Nel documento si mette in evidenza anche come le lettere «per posta semplice» della Cse richiedano di regolarizzare il pagamento di tributi «dichiarati inesigibili dal concessionario per la riscossione, la società Gerit Spa». Dunque, se «a tutt’oggi la società incaricata per la riscossione dei tributi è la Gerit», le nuove cartelle possono «determinare una confusione delle procedure amministrative tra la Cse e la Gerit stessa a danno dei contribuenti». Di fronte alla richiesta di un consiglio urgente da parte dell’opposizione, il vicesindaco e assessore alle Finanze Placidi ha comunque difeso l’iniziativa dell’amministrazione. Pur «scusandosi» con quanti sono in regola e garantendo che a questi «sarà rilasciata una comunicazione scritta di chiusura pratica». Placidi, ricordando che «comunque l’ amministrazione avevamo il dovere di richiedere questi arretrati» ha reso noto di aver ottenuto dalla Cse «l’attivazione di un conto corrente posta che consentirà ai contribuenti di regolarizzare la posizione tributaria», prevedendo anche la possibilità di rateizzare i pagamenti.
Sull’insorgenza del fenomeno delle cartelle pazze è prontamente intervenuta la Società Equitalia s.p.a. (la società pubblica facente capo all’Agenzia delle entrate che ha rilevato dal 1 ottobre 2006 tutto il sistema di riscossione) minimizzando l’episodio, e sostenendo che il margine di errore delle cartelle di pagamento delle tasse e delle imposte iscritte a ruolo è molto basso, si aggira intorno al 3%-5% del totale. Di fronte ai timori dei cittadini per nuove ondate di avvisi più o meno “pazzi” Attilio Befera amministratore delegato di Equitalia spa spiega che su circa 6 milioni di cartelle inviate nei primi 100 giorni di quest’anno, quelle che contengono errori si aggirano tra 180.000 e 300.000. Estendendo la stima all’intero anno le cartelle inviate complessivamente dovrebbero aggirarsi in-torno a quota 20 milioni, con un margine di errore pari a 500.000 unità ben al di sotto del 3%, grazie agli strumenti che Equitalia sta mettendo in campo proprio allo scopo di ridurre gli sbagli. Si tratta, quindi, di cifre ben più contenute rispetto ai numeri che recentemente hanno alimentato le polemiche. Errori che, precisa Bef’era, non sono riconducibili alla società di riscossione, in quanto la società «non è responsabile della bontà del credito ma si occupa esclusivamente di eseguire l’attività della riscossione». Quando si parla di errori, quindi, nella maggior parte dei casi «si parla di errori compiuti dall’ente creditore, per esempio il singolo Comune, e non dalla società di riscossione». Tuttavia Equitalia ha deciso di agevolare i contribuenti con un numero verde speri mentale: 800.422.687, per ora in funzione a Roma e gratuito per il cittadino.
Vademecum del contribuentea) PremessaCome si può rilevare dalla rassegna stampa sopra riportata non vi è dubbio che i cittadini sono inviperiti. I Comuni in cui si è verificato il fenomeno attaccano le nuove Società concessionarie partecipate da Equitalia spa ,(su cui deve ricadere tutta la responsabilità di gestione,avendo proceduto di recente alla nomina dei nuovi amministratori o,come molto spesso è accaduto, alla riconferma degli stessi,nonostante la cattiva gestione precedente) ,mentre quest’ultime si difendono o scaricando sugli enti impositori le responsabilità del fenomeno o minimizzando il fenomeno stesso. Una cosa è certa:una valanga di avvisi di pagamento, di cartelle esattoriali ,di iscrizione di ipoteche,di fermo macchine e di procedure presso terzi per multe vecchie e “sepolte “, sta facendo infuriare migliaia di cittadini avvelenando i rapporti tra le stesse amministrazioni. Ci sono persone che si sono viste preannunciare il “Fermo Amministrativo” dell’auto per contravvenzioni già pagate da anni o per sanzioni ormai prescritte. Tanti e tali sono i casi anomali, tale e tanta è la rabbia che si respira , ogni giorno agli Uffici Tributi e Contravvenzioni dei Comini interessati, che hanno sollecitato incontri e chiarificazione ai vertici dei Gruppo Riscossione competenti, le società controllate dallo Stato che hanno sostituiti, dal 1 ottobre 2006, i vecchi con cessionari.In particolar modo gli Enti impositori si chiedono perché i nuovi Gruppi di riscossione hanno atteso così a lungo per emettere gli atti esecutivi su ruoli di cui già si sapeva l’esistenza e, soprattutto, perchè stanno arrivando tutti insieme tenendo conto che detti atti contengono richieste non dovute.Si è anche ipotizzata l’ipotesi che i nuovi gestori dell’azione esecutiva si siano accorti che migliaia di ruoli stavano per diventare automaticamente inesigibili, mandando in riscossione tutto quello che avevano in archivio, senza verificare nulla sulla posizione debitoria di ciascun contribuente.È sempre più chiaro che il meccanismo del sistema riscuotitivo, basato esclusivamente su procedure massive (Fermo macchine,iscrizioni ipotecarie e procedure presso terzi) messe in piedi nel corso degli anni producono risultati infernali. Nemmeno un’amministrazione prussiana sarebbe in grado di gestire i milioni di atti procedurali che ogni anno raggiungono i contribuenti italiani. I cittadini si infuriano. Gli uffici soli subissati di proteste. I ricorsi sono centinaia di migliaia. I nuovi agenti della riscossione emettono montagne di cartelle di pagamento. Gli errori in questa mole imponente di lavoro, sono inevitabili. L’assurdo è che i cittadini, anche quando hanno ragione, anche quando hanno già pagato, anche quando la muta è prescritta. anche quando sono in attesa della sentenza di un giudice devono sbattersi da un posto all’altro per vedere riconosciuti i loro diritti. Sono contribuenti. Ma qualcuno, evidentemente, li considera solo pecore da tosare.b) Le procedure esecutive. Come difendersi.– Le procedure di iscrizioni ipotecarieVa innanzitutto, sottolineata una certa superficialità, in generale, nell’applicazione dei mezzi di riscossione che appaiono assolutamente coercitivi nei confronti dei cittadini. Il più delle volte l’agente della riscossione, che ha sostituito il vecchio concessionario, provvede, all’iscrizione ipotecaria sulla base di titoli mai notificati nei modi e nelle forme previste dalla normativa vigente ed incorrendo anche in una condanna del giudice di pace,come è successo alla Gest line di Napoli,come da sentenza depositata il 28.11.2005.In questo caso i quattro contribuenti,l’attore principale della causa e i tre intervenuti nel giudizio, hanno ottenuto oltre al pagamento, da parte della Gest line, delle spese per la cancellazione delle ipoteche e quelle relative alle spese di giudizio, anche il risarcimento del danno esistenziale e il turbamento della vita. essendo risultata la nullità delle notifiche delle cartelle esattoriali perché non sono state eseguite regolarmente.Com’è noto, L’art. 50, comma 1, del dpr 302/73 prevede infatti che il concessionario, decorso il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale, possa procedere a espropriazione forzata dei beni del contribuente inadempiente. Il secondo comma dell’art. 50 stabilisce, poi, che se l’espropriazione non è iniziata entro un anno dalla notifica della cartella, l’espropriazione stessa deve essere proceduta dalla notifica di un avviso che contiene l’intimazione ad adempiere l’obbligo risultante dal ruolo entro cinque giorni. Qualora viene rilevato l’irregolarità e l’inesattezza nella notifica della cartella di pagamento e del successivo avviso di intimazione,che comportano la nullità delle iscrizioni a ruolo, ne discende anche la nullità dell’iscrizione ipotecaria.Va poi controllato il comportamento dell’Agente della riscossione che ha effettuato l’iscrizione ipotecaria primo atto dell’esecuzione immobiliare (e non la vendita), se lo stesso sia in contrasto con l’art. 76 del dpr 603/1973. Detta norma, da interpretare in modo estensivo , dispone che non si possa procedere a esecuzione immobiliare per un credito inferiore a 1.500 euro (ora aggiornato a 8 mila euro dall’art. 3, comma 40, lettera b-bis, della legge 248/2005 comprensivo di interessi e spese.Se ciò accade ai contribuenti compete il risarcimento dei danni di tipo esistenziale e morale per condotta lesiva da parte dell’Agente della riscossione di pubblico servizio, neiconfronti di interessi legittimi dei cittadini . Nei casi su indicati sottoposti appare evidente che i contribuenti abbiano dovuto dedicare tempo alla vicenda chiedendo spiegazioni all’Agente della riscossione senza apparente esito e dovendosi rivolgere a un legale per la tutela dei propri interessi.
– La funzione e il contenuto della cartella di pagamento. La cartella di pagamento, in misura ancora maggiore rispetto a quanto avveniva in passato, riveste oggi un’importanza fondamentale nella procedura di riscossione dei tributi. Infatti oltre che mezzo per portare a conoscenza il debitore di quanto deve pagare – quindi con funzione di atto puramente comunicativo operante in via amministrativa – assume, la funzione di atto di messa in mora e quindi con funzione parallela a quella del precetto nell’esecuzione forzata ordinaria. Come è noto il ruolo è l’insieme dei nominativi dei soggetti debitori e delle relative somme da essi dovute. Si tratta quindi di un atto collettivo, in quanto riferito ad una molteplicità di intestatari. La cartella di pagamento, invece, scinde la posizione del singolo da quella degli altri contribuenti, rendendo autonomo il rapporto giuridico. Tramite l’invio della cartella, l’interessato ha conoscenza dei dati contenuti nel ruolo ed a lui relativi. In sostanza, la stessa cartella deve contenere gli elementi che facciano comprendere i fatti costitutivi della cartella medesima e la motivazione della richiesta. Ciò è quanto mai importante ai fini della sua legittimità essendo la cartella il principale strumento con cui il concessionario notifica al contribuente l’avvenuta iscrizione a ruolo di una richiesta di imposta, interessi e sanzioni a suo carico. Prima del D.Lgs. 26 febbraio 1999, n. 46, la cartella di pagamento era come la semplice rappresentazione cartacea del titolo esecutivo. Nell’ipotesi di mancato pagamento, si procedeva alla notifica dell’avviso di mora, al quale si connettevano effetti del tutto analoghi a quelli che, nell’ordinario processo di esecuzione, conseguano alla notifica dell’atto di precetto il quale contiene l’invito al debitore ad adempiere l’obbligazione, come essa risulta dal titolo esecutivo, entro un termine assegnato che non può essere inferiore a dieci giorni, con avvertimento che in mancanza si darà avvio all’esecuzione forzata. Lvviso di mora, in modo abbastanza simile, indicava l’esatto importo del debito (capitale, interessi, sanzioni), dell’indennità di mora e delle spese, con invito ad effettuare il versamento entro cinque giorni dalla notificazione. L’atto produceva i propri effetti per centottanta giorni, trascorsi i quali occorreva emettere un nuovo avviso. L’attuale normativa (art. 25 del D.PR; 29 settembre 1973, n. 602, nella versione riformata) prevede che la cartella “assorba” al suo interno l’avviso Dal 1 ° luglio 1999, se il contribuente non effettua il, pagamento delle somme indicate sulla cartella entro il termine di 60 giorni dalla notifica della stessa non sarà più necessario notificare l’avviso di mora, in quanto, come sopraccennato, la cartella già contiene l’intimazione ad adempiere. II nuovo art. 50 del D.P.R. n. 602/73 delega, quindi, l’istituto dell’avviso di intimazione ad una funzione residuale. È prevista infatti la sua notifica solo nel caso in cui l’espropriazione non sia iniziata entro in anno dalla notifica della cartella di pagamento. Il nuovo documento contiene quindi l’intimazione ad adempiere il pagamento, entro 5 giorni dalla notifica stessa, dell’obbligo risultante dal ruolo e perde efficacia trascorsi 180 giorni dalla predetta notifica. Al riguardo è da evidenziare come con D.Lgs. n. 193/2001 è stato previsto che anche la notifica di tale atto possa essere effettuata con le modalità di cui all’art. 26 del D.P.R. n. 602/73 e quindi con raccomandata o messo notificatore oltre che con l’ufficiale della riscossione.Per quanto riguarda la nuova cartella di pagamento si rimanda alle “ MODIICHE AL MODELLO DELLA CARTELLA DI PAGAMENTO” Provvedimento del 13/02/2007 – art. 1 Agenzia delle Entrate – Titolo del provvedimento:Modifiche al modello della cartella di pagamento, ai sensi dell’articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Testo:in vigore dal 21/02/2007 con effetto dal 25/03/2007– Sollecito di pagamento Il sollecito di pagamento o avviso di intimazione, è l’atto indispensabili per procedere alle successive incombenze procedurali. Questo atto, tuttavia sta confondendo le idee ai contribuenti. l. Primo problema: il sollecito è un avviso “amichevole”, non un provvedimento, e ,contro un avviso non e possibile presentare ricorsi. Cosa farà allora? Le strade sono due. La prima è ignorarlo e attendere gli atti veri e propri che invece sono ricorribili. Nel frattempo si potrà predisporre la difesa. Sul retro del foglio, ad esempio; c’è il numero di Cartella Esattoriale di cui si sollecita il saldo. Se questa, ad esempio, fu notificata in modo illegittimo (a un portiere, a un vicino di casa, a . un familiare non convivente), un futuro ricorso avrebbe ottime probabilità d i vittoria. La prova e la copia della notifica va chiesta all’Agente della riscossione competente. L’altra strada ovviamente è pagare: se si è coscienti di avere torto e di non avere appigli per un eventuale ricorso, rinviare è, inutile.-Il preavvviso di fermo Il preavviso di fermo è l’atto con cui l’ Agente della riscossione avverte il contribuente che è pronta (in genere entro 20 giorni) a imporre il “fermo amministrativo” di un veicolo a fronte di un debito scaduto (per una multa non pagata o altro). Centinaia di contribuenti stanno ricevendo preavvisi per contravvenzioni di otto o nove anni fa. Cosa stia accadendo e perché non è chiaro: gli uffici,come abbiamo visto nelle premesse, si rimpallano le responsabilità. E’ chiarissimo invece che il tempo è tutto. Se la cartella esattoriale da cui si fa’ discendere il fermo è stata notificata, rispetto alla data del preavviso, più di cinque anni prima, si potrà chiedere il blocco della procedura. Idem se la notifica non fu fatta all’interessato. Ma il cittadino non può fermare da solo la macchina burocratica. In , questo caso, può farlo solamente rivolgendosi ai Comuni,in caso di contravvenzioni al codice stradale e di tributi di loro competenza,oppure all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate del luogo, per i tributi erariali, previa acquisizione di un appuntamento . Sempre che la richiesta sia fondata, i citati uffici provvederanno ad emettere il discarico del provvedimento. Va sottolineato che se la cartella viene notificata cinque anni dopo la notifica della multa o del verbale di accertamento delle infrazioni da cui discende oppure è avvenuto il pagamento, bisogna sempre chiedere il discarico della partita all’Ufficio competente.
sollecito di pagamento di cartella esatttoriale L’articolo è particolarmente utile. Io ho ricevuto un solllecito di pagare una cartella esattoriale mai notificata per una multa del comune di napoli del 2002 di 249,40 eur. L’unica multa ricevuta e pagata nell’anno era di eur. 65,00! Come è possibile che in questo avviso non viene riportato alcun riferimento magari alla targa dell’auto?
cartella contributi inps che mi rimandano pur avendo pagato ma i soldi non figurano Salve nuovamente ni trovo a combattere con cartelle dell’equitalia di contributi inps gia pagati , ma che purtroppo per leggerezza e incapacità degli impiegati inps sono stati spalmati su altri periodi pur oramai avendo chiuso l’attività da 5 anni chi potrebbe aiutarmi prima che la disperazione e la rabbia mi conducano a compiere un folle gesto contro la stupidità di impiegati incapaci? Grazie!