Il futuro dell’ogm
Secondo la Commissione Ue le colture
geneticamente modificate non recano danni all’agricoltura che non usa
OGM. Dal 2006 altri 11 Stati membri hanno adottato una legislazione sull’
esistenza di entrambi i tipi di coltivazione: le colture transgeniche e non. La
Commissione Ue continuerà anche a collaborare con le autorità nazionali e una valutazione economica della necessità di
elaborare nuove norme sulla presenza di OGM nelle sementi. Il responsabile
agricoltura di Legambiente, Francesco Ferrante commenta l’annuncio di Bruxelles
di una prossima proposta di testo legislativo sui limiti da porre in etichetta
riguardante la presenza di Ogm autorizzati nelle sementi: «In materia di Ogm è
necessario che il primo passo sia l’emanazione di una Direttiva Ue sulla
coesistenza che riconosca il diritto degli Stati membri d’istituire Zone ogm
free che diano la certezza di non avere sul proprio territorio coltivazioni che
possano compromettere la qualità della propria agricoltura sia convenzionale
che soprattutto biologica, che necessita di tutele ancora maggiori».«Per
prevenire la contaminazione genetica delle colture di qualità sia convenzionali
che biologiche – continua il responsabile Agricoltura di Legambiente – è
indispensabile poi garantire che le sementi non siano contaminate e dunque che
la contaminazione rimanga al di sotto della soglia di rilevabilità dello 0,1%.
E’ evidente che in assenza di queste regole – si accinge a concludere Ferrante
– si favorirebbe la contaminazione transgenica delle nostre produzioni tipiche
e biologiche, rischiando di compromettere definitivamente il futuro
dell’agricoltura italiana fondato sulla qualità. Con gli ogm infatti, non
garantiremmo più alcun valore aggiunto, economico ma anche sociale, al comparto
agricolo italiano».