Il gelo "riscalda" i mercati "Frutta e verdura più care"
Zucchine
aumentate del 120% in un giorno, carciofi svenduti perché rischiano di
marcire, melanzane tolte dal banco perché non gelino. E il rischio di
una prossima stangata sui prodotti che ora stanno aprendo le gemme. La
nuova ondata di precipitazioni preoccupa un po’ tutti nei mercati
cittadini, venditori e clienti. «I grossisti aumentano i prezzi – si
lamenta Michela Loriso, un banco di ortofrutta a Porta Palazzo –
nonostante la merce arrivi ai mercati generali già patita e occorra
selezionarla». Ma questo non porterebbe rincari nell’immediato:
«Teniamo i prezzi bassi, altrimenti rischiamo di buttare via la merce.
Carciofi, finocchi, pomodori si guastano in fretta. Ho pagato le arance
30 centesimi e le vendo a un euro per 3 kg. Per non rimetterci dovrei
metterle a 2 euro».
«Per colpa di acqua e neve i carciofi
marciscono presto – spiega Marco Saputo, pochi banchi più in là – li
stiamo praticamente regalando». Il problema dei prezzi si porrà
soprattutto più avanti, come confermano i venditori e come temono che i
pochi acquirenti che hanno sfidato la neve: «Vengo al mercato perché è
più economico – dice Rosa Barile con le buste della spesa in mano – ma
ora sono preoccupata che i prezzi possano salire anche qui». «Se
saliranno, vuol dire che compreremo di meno – è la filosofia di
sopravvivenza di Gennaro Petruccelli e di sua moglie Lucia, che
dichiarano di acquistare soprattutto quei prodotti il cui prezzo
oscilla di meno e di rinunciare alle primizie più care.
«Gli
effetti del maltempo li vedremo in primavera ed estate – è l’opinione
dell’ambulante Erika Chirone – per ciliegie, pesche, nespole, che hanno
la fioritura in questo periodo. Per ora il maggior danno è dato dal
fatto che il freddo tiene la gente a casa». E infatti i banchi sono
pochi, i clienti ancora meno.
Non va meglio neppure al mercato
della Crocetta, che offre un colpo d’occhio desolante rispetto al
solito allegro trambusto. «La verdura sta gelando – conferma il
commerciante Claudio Cannatà – questa mattina ai mercati generali era
tutto più caro, perché non sono arrivati i camion da Spagna e Francia.
Le zucchine ieri costavano 1,50 euro, oggi erano a più di 3 euro. I
carciofi sono in aumento del 20-30%. Purtroppo il tempo è brutto anche
nel nostro meridione e arriva poca merce. Spinaci e costine non ci
sono: quello che si trova viene dalle serre, e i prodotti di serra
costano di più». Anche al mercato della Crocetta i clienti si lamentano
dei prezzi e c’è chi cerca modi per arrangiarsi senza salassi, come
spiega Annamaria Berrato: «Cerco di cucinare con i prodotti più
economici che riesco a trovare». «La gente non compra – è la voce che
arriva anche dal mercato di Falchera Nuova, dove lavora Ruggiero
Mazzilli – quando vado ad acquistare all’ingrosso ho sempre paura di
prendere troppe cassette e di essere costretto a buttare via della
merce. Quest’inverno è stato un disastro. Fagiolini e zucchine sono più
care. Anche le melanzane, che questa mattina ho tolto dal banco insieme
alle banane, perché rischiavano di gelare. Ma se la merce non è
esposta, non si vende. Ma rischio di perdere il cliente se quando torna
a casa scopre, tagliandola, che la melanzana è andata a male».
A
smentire che possano esserci in futuro temute speculazioni sui prezzi
sono i grossisti, per voce di Ottavio Guala, presidente dell’Apgo
(Associazione grossisti ortoflorofrutticoli). «In questo momento non ci
sono rincari particolari, anzi: i prezzi sono inferiori all’anno
scorso». Guala ammette: in questi giorni a causa del maltempo non
arrivano i camion dal Marocco e dalla Spagna. Ma, per i grossisti, la
produzione italiana è comunque abbondante per prodotti come peperoni e
pomodori, e in realtà ci sarebbe un contraccolpo positivo per i nostri
produttori: «Poiché la Francia – spiega – non può approvvigionarsi da
Spagna e Marocco, compra merci dall’Italia». E sui possibili rincari
futuri di frutta e verdura, afferma: «La gemmazione non c’è ancora
stata. Al limite, si rischia un ritardo nella maturazione del prodotto,
con la conseguenza di una grande produzione concentrata in tempi brevi.
Questo sì, potrebbe avere contraccolpi sul mercato, ma è prematuro fare
previsioni».