Due settimane di primavera anticipata. Ecco che cosa ci riservano le previsioni del tempo sulla nostra penisola e anche su un bel pezzo di Europa centro-meridionale, proprio mentre l’America del Nord è nella morsa del freddo e del gelo.
Bel tempo, hanno annunciato ieri gli esperti del centro 3Bmeteo: potremo godere di sole e temperatura ben sopra la media stagionale, fino a 10-12 gradi al Nord, persino sulle Alpi, e fino a 14-18 gradi al Sud. Troveremo cieli sereni ovunque, in particolare sull’arco alpino; farà eccezione la Val Padana, dove la nebbia impedirà al sole di riscaldare campagne e paesi.
AUMENTO DELLO SMOG – Il bel tempo avrà comunque il suo lato negativo: l’inquinamento atmosferico delle città aumenterà, l’aria sarà stagnante e lo smog non ci darà tregua.
Gli esperti del portale 3Bmeteo.com scrivono che «un anticiclone particolarmente robusto si impossesserà del bacino del Mediterraneo ma anche di buona parte dell’Europa centro-meridionale, favorendo così condizioni atmosferiche improntate alla stabilità». Dunque belle giornate, passeggiate all’aria aperta, puntatine al mare e persino pic nic: il bel tempo ci permetterà di organizzare con una certa sicurezza i nostri week end fino quasi a fine mese. Ma poi? Quanto durerà questa primavera anticipata? Mario Giuliacci, docente di fisica dell’atmosfera all’Università di Milano-Bicocca, che di sito internet ne ha uno tutto suo, aveva già raccontato sul web l’arrivo di questo imprevisto bel tempo. Ora dice: «Sicuramente la primavera durerà per le prossime due settimane, forse anche venti giorni. Ma è abbastanza probabile che dopo torni il freddo».
LE CORRENTI – Il gelo pre-natalizio e questo caldo di febbraio confermano comunque che stiamo vivendo un periodo molto instabile dal punto di vista climatico. Il freddo terribile che si è abbattuto sugli Stati Uniti mentre da noi sarà primavera è un segnale di qualcosa? Per Giuliacci «non c’è una particolare anomalia in questa differenza tra Stati Uniti ed Europa. Le correnti fredde non girano perfettamente parallele attorno alla terra ma con un moto ondulatorio per cui può accadere un’area geografica ne sia colpita mentre un’altra no. Tra due settimane le correnti potrebbero invertirsi».
C’entra il surriscaldamento terrestre con questi sbalzi, il gran freddo, che anche a noi è toccato prima di Natale, e adesso con questa insperata aria di rondini? Giuliacci è per la classica «via di mezzo». «Non seguo i negazionisti, quelli per cui la mano dell’uomo non ha alcuna conseguenza sul clima, ma prendo le distanze anche dai “talebani” del global warming. Certo che l’inquinamento e le emissioni producono conseguenze, ma sono importanti anche i cambiamenti naturali. Pochi sottolineano, per esempio, la pigrizia del sole in questi ultimi anni. Una pigrizia che ha portato al gelo che abbiamo dovuto sopportare ultimamente. Così come pochi ricordano il coro desolato degli operatori turistici che dieci o quindici anni fa si lamentavano per gli inverni caldi e senza neve».