Il ginecologo sbaglia, il danno alla coppia va risarcito
Il parto del primogenito avviene con qualche
difficoltà. Il ginecologo effettua sulla donna un’episiotomia per
agevolare la fuoriuscita del neonato.
Il taglio è troppo invasivo e le provoca l’incontinenza permanente, compromettendo gravemente la vita intima di marito e moglie, essenza stessa della vita coniugale.
I danni alla vita di coppia, provocati da questo e altri interventi eseguiti male, devono essere congruamente risarciti.
La quantificazione del danno
Con la sentenza 11958 la Cassazione accoglie il ricorso di una coppia romana alla quale era stato liquidato un risarcimento troppo basso per i danni biologici e morali patiti in seguito al ricovero della donna in un ospedale della provincia romana per partorire.
La
somma del risarcimento riconosciuta dai giudici di merito è stata
giudicata dagli ermellini troppo bassa data l’enormità del danno
subito. Ora la Corte d’Appello dovrà rivedere l’importo del
risarcimento.
Natura del danno
La Corte Suprema precisa che si tratta di un danno biologico permanente «con
rilevanti effetti e ricadute sulla vita di relazione» con la
«menomazione di quella particolare dignità dell’affetto coniugale nelle
sue manifestazioni amorose».
Sussistono danni biologici e morali
tali da poter essere compensati solo da un risarcimento più ingente. Il
pregiudizio derivante da un intervento di malasanità di tal fatta
attiene al valore costituzionale del matrimonio e della sua vita
comune, e pertanto non è in ballo solo il bene salute, ma anche l’essenza stessa della vita coniugale.