Il lodo Alfano è illegittimo. Berlusconi critica i giudici e il capo dello Stato
Il lodo Alfano è incostituzionale in quanto non si può modificare
una norma della Costituzione con legge ordinaria. I giudici della
Consulta hanno bocciato, dunque, la legge che sospende i processi per
le quattro alte cariche dello Stato: i presidenti della Repubblica, del
Senato, della Camera e del Consiglio.
Le violazioni riscontrate. Due
le violazioni riscontrate dai giudici della Corte costituzionale, che
hanno assunto la decisione a maggioranza: violazione dell’articolo 138
della Costituzione – vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge
costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per
sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche
dello Stato) – e violazione dell’articolo 3 (principio di uguaglianza).
La Consulta ha anche dichiarato inammissibili le questioni di
legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal Gip
del Tribunale di Roma.
Gli effetti della decisione.
L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due
processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti
giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella
compravendita di diritti tv Mediaset. C’è poi un terzo procedimento,
Mediatrade, che potrebbe approdare in aula se il premier dovesse essere
rinviato a giudizio nei prossimi mesi. Un altro procedimento pendente
riguarda, poi, l’inchiesta su una presunta compravendita di senatori
all’epoca del governo Prodi.
Berlusconi: «La Consulta è di sinistra». «Andiamo
avanti, dobbiamo governare 5 anni con o senza lodo». Così, il premier
Silvio Berlusconi, uscendo da Palazzo Grazioli, ha commentato la
sentenza. «Non ci ho mai creduto perché – ha proseguito Berlusconi –
con una Corte costituzionale con 11 giudici di sinistra era impossibile
che lo approvassero». Il premier nel suo sfogo dopo la sentenza ha
tirato in ballo non solo la sinistra, ma anche il capo dello Stato,
Giorgio Napolitano. «Abbiamo una minoranza di magistrati rossi – ha
detto il premier – che è organizzatissima e che usa la giustizia a fini
di lotta politica. Il 72% della stampa è di sinistra, gli spettacoli di
approfondimento della tv pubblica pagata con i soldi di tutti, sono di
sinistra, ci prendono in giro anche con gli spettacoli comici». Poi
l’accenno a Napolitano: «Il capo dello Stato – ha detto Berlusconi –
sapete voi da che parte sta. Abbiamo giudici della Corte costituzionale
eletti da tre capi dello Stato di sinistra, che fanno della Corte
costituzionale non un organo di garanzia ma politico». Il premier ha
detto che i processi che gli «scaglieranno sul piatto sono autentiche
farse» e che sottrarrà «qualche ora alla cura della cosa pubblica per
andare là e sbugiardarli tutti».
Napolitano sta «dalla parte della Costituzione».
«Tutti sanno – sottolinea una nota del Quirinale – da che parte sta il
presidente della Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione,
esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità e in uno spirito
di leale collaborazione istituzionale». Dal Quirinale trapela che il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto con rispetto
la sentenza della Corte costituzionale sul lodo Alfano. Negli stessi
ambienti si osserva fra l’altro che solo alla Consulta spetta il
giudizio di costituzionalità sulle leggi.
Berlusconi: «Mi sento preso in giro e non mi interessa quello che ha detto Napolitano».
All’uscita dalla mostra ospitata a palazzo Venezia, il premier
rispondendo ai giornalisti ha detto: «Non mi interessa quello che ha
detto Napolitano, mi sento preso in giro. Chiuso». Subito dopo il
premier ha fatto rientro nella sua residenza di palazzo Grazioli.
La Consulta era chiamata a decidere su tre ricorsi. La
Consulta era chiamata a decidere sulla legittimitá costituzionale del
provvedimento varato dal Parlamento nel luglio del 2008 e nei confronti
del quale erano stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di
Milano, nell’ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è
imputato per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato inglese David
Mills (condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolaritá
nella ompravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip
di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi,
indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti
all’estero durante la scorsa legislatura.