Il Pd oscura Facebook, poi ci ripensa
È durato solo poche ore l’oscuramento
di Facebook nella sede del Partito Democratico, al largo del Nazareno.
In mattinata era stata disposta la chiusura del social network perché
troppi dipendenti del Pd lo usavano invece di lavorare. All’ora di
pranzo c’è stato però un ripensamento: «La chiusura è stata una scelta
fatta dal partito in senso troppo aziendale perché non si è tenuto
conto che Facebook è anche uno strumento di lavoro per i politici e per
tutta la struttura», dice uno degli impiegati che denuncia fin dalla
scorsa sera l’oscuramento al sito. Inoltre raccontano i dipdenti del Pd
che molti dei leader si affidano proprio alla loro struttura per tenere
aggiornati i propri profili, accettare i nuovi amici e rispondere ai
messaggi inviati dagli altri utenti del social network. «È paleolitica
l’idea che Facebook non venga considerato di utilità alle attività del
partito», dice il consigliere regionale democratico in Lombardia,
Giuseppe Civati, che aggiunge: «Non ci si rende conto che gli ultimi
grandi movimenti spontanei di questi mesi, come il No B-day o lo
sciopero degli immigrati, siano nati proprio su Facebook».