Il premier: «Il crocifisso resterà nelle aule Sentenza di Strasburgo non è coercitiva»
Il crocifisso resterà nelle aule. Parola di Silvio Berlusconi. Mentre il governo presenta il ricorso alla sentenza dellaCorte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha vietato il crocifisso nelle aule, il premier assicura: non lo toglieremo dalle scuole.
«Quella della Corte di Strasburgo non è una sentenza coercitiva
– ha detto il premier -. Non ci sarà nessuna possibilità di coercizione
che ci impedisca di tenere i crocifissi nelle aule e qualunque sia
l’esito del ricorso che il governo ha deciso di presentare non ci sarà
capacità costrittiva. Ritengo che sia una decisione assolutamente non
rispettosa della realtà. L’Europa tutta, ma in particolare un Paese
cattolico come il nostro non può, come ebbe a dire Benedetto Croce, non
dirsi cristiana».
Il premier ha quindi ricordato la battaglia condotta dall’Italia per
introdurre le radici giudaico-cristiane nella nuova Costituzione
europea e ha sottolineato: «Paesi laici o laicisti, come la Francia di
Jacques Chirac, si opposero. La sentenza proviene da una commissione
del Consiglio d’Europa, alla quale partecipano Paesi come la
Bielorussia che non fanno parte dell’Unione europea. Il governo
italiano ha presentato ricorso e ha sottolineato come anche in caso di
esito negativo la decisione di Strasburgo non avrà conseguenze».
La Russa. «La sentenza della Corte di Strasburgo resterà in ogni
caso una grida manzoniana, anche se dovesse essere respinto il ricorso
fatto al Governo italiano», ha affermato il ministro della Difesa
Ignazio La Russa, che ieri aveva affermato:
«Possono morire, non toglieremo il crocifisso dalle aule». «Del resto
non credo – ha sottolineato La Russa – che si possa costringere
fisicamente i nostri insegnanti a togliere quel simbolo della nostra
cultura e della nostra civiltà dalle aule scolastiche».