Il Quirinale denuncia la truffa online
Convinti di scaricare software gratuito, solo quando sono stati bersagliati da una raffica di richieste di pagamento decine di migliaia di italiani si sono resi conto loro malgrado di aver sottoscritto un abbonamento-trappola. Ora il sito www.italia-programmi.net è stato sequestrato per essere oscurato su richiesta della Procura di Milano che indaga per truffa, ma una di queste minacciose lettere sgrammaticate con paroloni quali «notifica, recupero crediti, avvocati, tribunali, spese…» lo scorso 6 febbraio non avrebbe potuto fare vittima più illustre e anche un po’ curiosa: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La società titolare del sito, Estesa Limited, sede formale a Mahe, Seychelles, è da tempo nel mirino della rete e dell’Antitrust. Nonostante blog e associazioni di consumatori invitino a non pagare, c’è sempre qualcuno che per evitare rogne decide di mettere mano al portafogli, magari prendendosela con se stesso per non essersi accorto di ciò che ha sottoscritto. Invece il trucco c’è, e non è neppure facile accorgersene, secondo il pm Francesco Cajani, del pool guidato dall’aggiunto Alberto Nobili. Una volta finiti sul sito attraverso motori di ricerca come Google (gli autori del sistema hanno acquistato parole chiave su AdWords, la piattaforma pubblicitaria del gruppo), ci si convince di poter scaricare i programmi (tutti già gratuiti) solamente registrandosi con nome, cognome e indirizzo email. Questo, invece, equivale ad abbonarsi per due anni a 8 euro al mese, 96 euro anticipati all’inizio di ciascun anno. Almeno 25mila le vittime, secondo quanto risultava all’Antitrust qualche mese fa. Probabilmente sono molte di più.
Il Garante della concorrenza e del mercato si è occupato la prima volta della vicenda ad agosto 2011, quando ha imposto a Estesa Limited di modificare la pagina di apertura mettendo in chiaro che c’era da pagare. Le indagini della Squadra reati informatici – oltre 200 le denunce in Procura a Milano – hanno però accertato che la società ha escogitato «un meccanismo truffaldino ancora più sofisticato»: di giorno, «quando gli uffici dell’Antitrust sono aperti», sul sito si legge «Crea il tuo account a soli 8 euro», ma di notte, quando la maggioranza degli utenti naviga e scarica, sparisce il costo e la frase si accorcia a «Crea il tuo account». Per percepire che si tratta di un sito a pagamento, è necessario accedere alla homepage e cliccare su «Diventa socio ora», ma si tratta di «avvertimenti quasi invisibili all’occhio dell’utente», scrive il Gip Cristina Di Censo che ha disposto il sequestro preventivo del sito ordinando a tutti i provider italiani di oscurarlo.