Il virus sul Web rovina le amicizie
Prima, ad essere presi di mira, erano soprattutto software e hard disk.
Oggi gli hacker puntano dritti alla credibilità delle persone. Nell’era
del Web 2.0. i virus si insinuano anche nei rapporti sociali, e spiega
il New York Times,
il problema più grosso dei malware è la capacità di violare i siti di
condivisione come Facebook e Twitter: in pratica, di mettere a
repentaglio le amicizie. Come? Infettando le caselle di posta e
inviando messaggi su come misurare il proprio quoziente di
intelligenza, linkando video virali, spedendo comunicati pubblicitari.
In Italia il fenomeno è all’inizio, negli Stati Uniti è ormai una
piaga.
«Mi chiedo cosa pensi di me la gente» dice al quotidiano newyorkese
Matt Marquess, impiegato di San Francisco il cui account twitter ha
iniziato improvvisamente a bombardare gli amici con offerte di
Victoria’s Secret, il marchio di abbigliamento femminile noto per la
lingerie sexy. Matt non si era accorto di nulla finchè gli amici gli
hanno fatto notare il problema. «Allora ho pensato: ma da quanto stavo
postando su Twitter a proposito di mutandine?». In realtà l’umiliazione
è solo un effetto collaterale: l’obiettivo degli spammer è puramente
commerciale, perché dietro le e-mail inviate si nascondono link per
siti di vendita on-line. Il virus si installa in due modi: dopo aver
cliccato su un link a rischio, ignari del pericolo, o facendo breccia
nelle password scelte dagli utenti, spesso troppo vulnerabili. La
novità, rispetto al vecchio e consolidato spam via mail, è che i virus
trasmessi dai social network sono più difficili da fermare, e non ci
sono ancora gli strumenti per eliminarli automaticamente.
Twitter e Facebook sono diventati la nuova frontiera dello spam: i più
ambiti dai creatori di malware anche per la loro rapidissima
diffusione. Secondo l’agenzia di sicurezza Web Sophos, il 21 per cento
degli utenti è stato raggiunto da messaggi indesiderati e i russi di
Kaspery Labs dicono che ogni 500 link postati di Twitter c’è n’è uno a
rischio.
Nei giorni scorsi del problema sicurezza si era accorto anche il
fondatore di Facebook, che aveva recapitato una lettera a tutti gli
utenti per aumentare il loro livello di privacy: «Abbiamo lavorato con
impegno per offrirvi le funzioni di controllo che meglio rispondono
alle vostre esigenze nella consapevolezza che queste ultime variano da
persona a persona – ha scritto Zuckerberg -. Il modo migliore per
trovare quelle più adatte a voi è prendere visione di tutte le opzioni
a disposizione e personalizzarle. Vi consiglio di farlo e di valutare
attentamente con chi volete condividere i vostri contenuti online».