In Campania business record di griffe e merci contraffatte
NAPOLI (28 novembre) – La Campania regina
e crocevia della contraffazione. Da qui proviene quasi la metà dei
prodotti sequestrati in Italia. E dalla Cina i tarocchi arrivano in
primo luogo a Napoli. Soprattutto vestiti, pantaloni, maglie.
Nell’abbigliamento i laboriosi imprenditori con gli occhi a mandorla
sono, infatti, dei maestri. Nella città partenopea, sui capi vengono
apposte le etichette delle marche più importanti. Falso e camorra
vanno, poi, a braccetto.
La merce griffata viene immagazzinata in centri di stoccaggio gestiti
da affiliati all’organizzazione criminale, che però si fa quasi sempre
da parte nell’ultimo passaggio della commercializzazione al dettaglio.
E non c’è solo l’abbigliamento illegale firmato dai maghi cinesi del
falso. Anche giocattoli, cosmetici e alimentari ingrossano l’abusivismo
commerciale.
In un mercato che non conosce crisi, le cifre del fatturato sono in
continua crescita, costringendo anche la Guardia di Finanza a maggiori
interventi. Sarebbe di 18 miliardi di euro il valore della produzione
aggiuntiva se si riportasse il fatturato italiano del falso sul mercato
legale. Soltanto nei primi cinque mesi dell’anno le Fiamme Gialle hanno
sequestrato 47 milioni di pezzi. Una quantità più che doppia rispetto
allo stesso periodo del 2008.
La Confesercenti lancia un nuovo allarme sul mercato illegale. E
avverte: «La presenza della criminalità organizzata con il suo know how
organizzativo ha accompagnato l’evoluzione della contraffazione da
attività legata alla marginalità sociale, ad una vera e propria
industria criminale che in virtù di una sottovalutazione generale rende
più del traffico di stupefacenti e delle estorsioni, con pene
irrisorie, se scoperti».
L’associazione guidata da Marco Venturi aggiorna così cifre spaventose
già note. Il segreto dell’industria del falso? Il fascino-calamita
della griffe, anche se taroccata. I consumatori italiani non vi sanno
resistere. Pur sapendo che è illegale, il 70% acquista merci
contraffatte.