«In Italia 10 anni di mancata crescita, pronti a batterci anche fuori da imprese»
C’è un «mito da sfatare» e cioè quello che «l’Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi». L’Italia «ha già vissuto il suo decennio perduto» in termini di «minore competitività» e di «mancata crescita». Ora «dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo è un fattore discriminante». Questo il monito del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, all’assemblea annuale degli imprenditori. «Temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci. I concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano», aggiunge Marcegaglia. Dall’assemblea annuale di Confindustria la presidente poi avverte: «In un momento così noi saremo pronti a a batterci per l’Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio». E infine aggiunge: «Lo Stato? Fa troppo».
FISCO – «Non possiamo nascondere la nostra delusione. Occorrono interventi più incisivi soprattutto sulle infrastrutture e sul fisco». Il leader degli industriali tiene a sottolineare che «la leva fiscale è un potente incentivo per rilanciare lo sviluppo. Per questo – aggiunge la Marcegaglia – la riforma fiscale per noi rimane importantissima». Una riforma fiscale che abbia «obiettivi chiari» e cioè «ridurre insieme le imposte sulle imprese e sui lavoratori; semplificare e dare certezza delle norme; combattere l’evasione fiscale, senza attuare una vera e propria oppressione di controlli su chi le tasse già le paga».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Poi la presidente di Confindustria si è soffermata sui rapporti con la pubblica amministrazione: «È in atto un’allarmante corsa in Parlamento per ripristinare barriere all’ingresso, l’inefficienza della burocrazia è un grave impedimento alla crescita. L’amministrazione pubblica interviene sistematicamente nell’ostacolare la vita delle imprese».
STAGIONE DELLA SPESA DA CHIUDERE – «La stagione della spesa facile deve essere considerata chiusa per sempre» e «secondo gli obiettivi del governo tra il 2010 e il 2014 la spesa pubblica al netto degli interessi si deve ridurre in termini reali del 7% e raggiungere il pareggio di bilancio». Tutti i capitoli di spesa vanno rivisti, «compresi quelli di welfare e pubblico impiego», ma senza fare ricorso a tagli lineari ha poi aggiunto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che parlando agli industriali ha sottolineato come la Confederazione abbia sempre chiesto una riduzione della spesa pubblica. Ma ora tagli «di questa entità impongono un ripensamento complessivo della funzione dello Stato e riforme profonde» per questo Marcegaglia dice no a «tagli lineari delle spese correnti e spese sugli investimenti pubblici». Invece – ha affermato – «occorre scegliere. Occorrono interventi che non siano solo di quantità ma siano soprattutto di qualità per aiutare la crescita. Occorre coinvolgere tutte le forze politiche e sociali».
ROMANI – «Non è che il Paese non cresce da dieci anni. Accettiamo la sfida per la nuova crescita e vi dico guardiamo al futuro e facciamola insieme. C’è bisogno di tracciare una strada nuova» ha successivamente replicato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, commentando la relazione del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in occasione dell’assemblea degli industriali.