IN ITALIA IL FURTO E’ LEGALIZZATO, ANCHE SENZA DESTREZZA
Un impietoso articolo del Sole 24 Ore mostra quanto sia impossibile, pur con le moderne tecnologie, non solo identificare e punire, ma anche solo CERCARE gli artefici di un furto.
L’articolo parte dal racconto di una studentessa romana che, tornata a casa dopo un viaggio di lavoro, trova il suo piccolo appartamento svaligiato. «Fra quanto sottrattole c’è un ipad sul
quale è installato un gps. Col proprio cellulare la ragazza scopre che l’ipad
si trova a breve distanza, è segnalato a qualche centinaio di metri, in
corrispondenza di un insediamento abusivo rom. Corre al più vicino presidio di
polizia e parla con chi di dovere: si aspetta che qualcuno venga mandato sul
posto, che si recuperi almeno una parte della refurtiva e che si identifichi
chi ne sia in possesso, magari arrestandolo. Viene invece invitata a tornare il
giorno successivo per formalizzare la denuncia. Inutile dire che il segnale gps
scompare dopo poco, e con esso i pochi beni sottratti e la possibilità di
scoprire chi è il ladro».
Il pezzo prosegue con un’altra storia vera del tutto simile, accaduta sempre nella capitale. Ad un professionista viene sottratto il telefono cellulare. «Si gira, vede il
ladro mentre si allontana ma non riesce a raggiungerlo. Si reca al primo
comando di polizia – se il cellulare è acceso lo si può ancora localizzare -,
ma gli viene consegnato un modulo di smarrimento dell’apparecchio, accompagnato
dal consiglio di non perdere tempo con denunce di furto: far finta di averlo
perso è più rapido – così si sente dire – per bloccare la scheda col gestore ed
evitare problemi».
Ma c’è di peggio. «Se nonostante tutto il ladro è
scoperto – leggiamo ancora – non sempre il magistrato di turno autorizza l’arresto; di frequente
dispone che sia denunciato a piede libero. Se il ladro è scoperto e viene
consentito l’arresto, in cella trascorre qualche ora, al massimo qualche
giorno: il tempo di patteggiare al minimo (non più di 3 o 4 mesi di reclusione)
e di tornare in libertà a riprendere il proprio “lavoro”, dal momento che
quella limitata entità di pena non viene mai espiata. Se non si fa il patteggiamento,
nella gran parte dei casi il processo si estingue per prescrizione già in primo
grado, al più tardi in appello: ciò spiega perché alla fine – pur se denunciato
– il furto resti impunito nel 98% dei casi».
«E poiché in altre nazioni europee per il furto i giudici
irrogano anni di reclusione – è l’amara conclusione – ciò contribuisce a spiegare la migrazione in
Italia, all’interno dell’area Schengen, di persone che per mestiere svaligiano
il prossimo».