In ostaggio di smog, auto e rifiuti
ROMA – L’inquinamento non accenna a diminuire. I livelli d’allarme restano altissimi. Il traffico è sempre più congestionato, anche a causa del trasporto pubblico che perde passeggeri. Mentre aumenta la produzione di rifiuti, per nulla compensata dal timido sviluppo della raccolta differenziata. In poche parole la situazione nelle città italiane si fa sempre più insostenibile. Questa la foto scattata da Ecosistema Urbano 2007, il rapporto presentato ieri da Legambiente che su 103 capoluoghi di provincia promuove Bolzano, Mantova e La Spezia come le città più sostenibili, mentre L’Aquila, Taranto e Catania risultano le peggiori.
I valori dell’aria I valori di biossido di azoto sono oggi superiori ai limiti di legge in 43 comuni rispetto ai 38 dello scorso anno, mentre per le polveri sottili, il livello dell’allarme è stato superato in 24 città. La mobilità Gli italiani non diminuiscono l’uso della macchina. Lo dimostra il fatto che il consumo di carburante, indicatore che dà la misura del ricorso all’auto privata per gli spostamenti, si mantengono stabili, e che il trasporto pubblico continua ad avere uno scarso appeal per i cittadini: la media annuale di viaggi per abitante scende da 89 a 88 l’anno, nemmeno un’andata e ritorno a settimana. E questo nonostante le 400mila auto in meno rispetto al 2005. Dato che appare impercettibile nella media nazionale. L’anno scorso c’erano 63 auto ogni 100 abitanti, ora ce ne sono 61 e in quattro città (Roma, Pordenone, Viterbo e Aosta) si oltrepassano le 70 vetture per 100 abitanti. Sempre nel contesto della mobilità, Legambiente registra uno scarso sviluppo delle isole pedonali: 0,31 metri quadri per abitante. Tra le grandi città male Milano che si ferma a numeri da piccolissima: appena 120mila metri quadri di superficie pedonalizzata. Scarse anche le aree a Traffico limitato.Altri sintomi La depurazione degli scarichi civili è ferma al 79% come nel 2005 e sono ancora 9 le città dove il numero di abitanti allacciati alla rete fognaria è inferiore al 50% della popolazione. Sale anche la produzione dei rifiuti: quasi il 2% in più in valore assoluto rispetto al dato dello scorso anno. Grave, infine, l’abusivismo: nell’ultimo anno sono state 40mila costruzioni abusive. E il prezzo più alto lo pagano ancora una volta le 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) dove si concentra il 55% delle nuove costruzioni abusive.