In pensione più tardi. Via dal lavoro sei anni dopo
Per fare cassa non si può proprio fare a meno di intervenire sulle pensioni. Non fa eccezione la manovra-ter, messa a punto dal nuovo governo Monti. I principi su cui poggiano le norme sono, in sintesi: l’affermazione del metodo contributivo come criterio di calcolo delle pensioni, in un’ottica di equità finanziaria, intragenerazionale e intergenerazionale; la flessibilità nell’età di pensionamento, che consente al lavoratore maggiori possibilità di scelta nell’anticipare o posticipare il ritiro dal mercato del lavoro; la semplificazione e la trasparenza dei meccanismi di funzionamento del sistema, con l’abolizione delle finestre e di altri meccanismi che non rientrino esplicitamente nel modello contributivo; l’abbattimento delle posizioni di privilegio. Si armonizzano, infatti, età, aliquote contributive e modalità di calcolo delle prestazioni; si individuano requisiti minimi per accedere alla pensione, in linea con la speranza di vita per le diverse fasce di età e in coerenza con gli altri ordinamenti europei.
Dal primo gennaio 2012 viene introdotto, secondo il meccanismo pro rata, il metodo di calcolo contributivo. L’età di pensionamento delle donne viene alzata a 62 anni (a 63 e sei mesi per le autonome). L’equiparazione dell’età delle donne a quella degli uomini (66 anni per i dipendenti, sei mesi in più per gli autonomi) avverrà entro il 2018, sempre tenendo conto della variazione della speranza di vita. Nel frattempo, dall’età 62 all’età 70 vigerà il pensionamento flessibile, con applicazione dei relativi coefficienti di trasformazione calcolati fino a 70 anni.
L’accesso anticipato alla pensione continua ad essere consentito, ma con un’anzianità di 42 anni e un mese per gli uomini e di 41 anni e un mese per le donne, requisiti anch’essi indicizzati alla longevità. Si prevedono penalizzazioni (2% per ogni anno di anticipo rispetto a 62 anni) sulla quota retributiva dell’importo della pensione, tali da costituire un effettivo disincentivo al pensionamento anticipato rispetto a quello di vecchiaia. Vengono infine aboliti i privilegi ancora esistenti, attraverso l’introduzione temporanea di un contributo di solidarietà per i pensionati e gli attivi che ancora avvantaggiati da precedenti regole di maggior favore, come i fondi speciali Inps, elettrici, telefonici, piloti e hostess.