In una causa su cinque c’è l’Inps
Oltre un milione di pendenze gravano
sulle spalle dell’Inps e della sua squadra di avvocati. Il che, ammette
lo stesso presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua, fa dell’ente
di previdenza il principale azionista del ministero della Giustizia
(si veda l’intervista a lato). In Italia un giudizio su cinque del
contenzioso civile coinvolge l’ente. Se la riduzione strutturale del
contenzioso giudiziario e amministrativo è una priorità dell’Istituto,
la partita non si preannuncia semplice: i nuovi contenziosi non
accennano a rallentare la corsa, aumenta il volume anche se, in linea
di massima, per una causa che si chiude se ne apre un’altra. In altri
termini: da una parte l’avvocatura morde il tallone alle cause
pendenti, dall’altra deve arginare in tempi stretti una nuova ondata di
contenziosi.
Il bilancio sociale 2009 dell’Istituto di previdenza mette in evidenza
un aumento del numero dei procedimenti, dovuto principalmente a giudizi
in serie, che riguardano il riconoscimento delle differenze
retributive in materia di disoccupazione agricola (si veda anche
l’articolo in basso). Più in particolare, nel 2008 i procedimenti
giudiziari avviati in materia di prestazioni a sostegno del reddito
erano 33mila. Un anno dopo se ne registravano oltre 54mila. Il
contenzioso Inps da solo copre una fetta consistente di quello
nazionale: circa il 20%, su cinque milioni di cause civili pendenti,
fascicolo più fascicolo meno. Due terzi del contenzioso con l’ente si
concentrano in dieci tribunali d’Italia, il 50% in sole sei sedi:
Foggia, Napoli, Bari, Roma, Lecce e Taranto. Le cause pendenti in
Cassazione contro l’ente previdenziale sono un quinto del carico della
Sezione lavoro e il 5% di tutte le controversie pendenti.
L’ente punta a rendere l’azione legale più efficace. Per ottenere
questo obiettivo, conta anche sul contributo di avvocati domiciliatari
(massimo 2.600) e sostituti d’udienza attivi sul territorio nazionale.
Mastrapasqua ha ricordato che nell’ultimo anno e mezzo è stato ridotto
in maniera significativa il tasso di soccombenza, con un aumento
proporzionale dei successi in giudizio. Fino al 2008, infatti, l’Inps
soccombeva nel 60% dei casi. «Oggi l’Avvocatura dell’Istituto – ha
spiegato il presidente Inps – prevale nel 58% dei giudizi, con un
incremento del 18% dei successi nel corso dell’ultimo anno».
lato è stata fornita dall’Istituto in occasione del trentesimo
convegno dell’Anm di fine novembre. Fotografa il contenzioso ordinario
(1° e 2° grado di giudizio), con un aggiornamento dei dati a ottobre
dell’anno scorso. Non registra le pendenze definite. Se si somma la
giacenza all’inizio del 2010 con i fascicoli che si sono aperti in
corso d’anno si ottiene un totale di oltre un milione e 120mila cause
da smaltire. Tre anni fa erano poco più di un milione.
Per quanto riguarda i motivi del contendere e le prestazioni oggetto
del contenzioso Inps, le invalidità civili occupano stabilmente il
primo posto: sono il 42,5 per cento. L’attenzione si concentra proprio
su questo fronte: sono previsti 250mila controlli per ciascuno degli
anni 2011 e 2012. L’anno scorso è scattata la riforma dell’invalidità
civile che, di fatto, ha messo nella mani dell’ente di previdenza il
controllo sulla procedura di riconoscimento dei requisiti per ottenere
la prestazione. Un medico dell’Inps è presente fin dalla prima visita
condotta dalla commissione Asl e deve assicurare la tracciabilità di
ogni fascicolo di invalidità. Ma il contenzioso riguarda anche
prestazioni a sostegno del reddito (18,1%) e quelle pensionistiche (15,3
per cento).