Incentivi, Pisani “Aggiungere uno zero alla somma stanziata e dare incentivi anche per i beni alimentari”
“A nostro parere, come già avevamo annunciato alla vigilia dell’introduzione dell’iniziativa dedicata agli incentivi statali per l’acquisto di diversi beni, la somma di 300 milioni è relativa ed esigua: non può di certo rilanciare l’economia del Paese”.
È quanto dichiarato
dall’avvocato Angelo Pisani, Presidente Nazionale dell’associazione Noi
Consumatori.it. “Non solo. In alcuni casi, come per l’acquisto delle cucine, l’incentivo va solo a coloro che decidono di sostituire il vecchio prodotto. Dunque, questo non incentiva assolutamente le giovani coppie che hanno bisogno di avere lo Stato alle spalle se vogliono formare una famiglia. Le giovani coppie, infatti, non potranno usufruire degli incentivi statali dedicati agli elettrodomestici di casa (cucine, lavastoviglie…) poiché non hanno nulla da sostituire” ha affermato Pisani.
“Quindi chiediamo al Governo di rivedere il tutto, dando la possibilità di poter usufruire degli incentivi anche a coloro che non hanno nulla da poter sostituire. Inoltre, chiediamo che gli incentivi siano senza tetto, indipendenti dalla
classe energetica o quanto meno non riservati esclusivamente alla sola
classe energetica più efficiente. E ancora, chiediamo uno sconto pari al 30% del prezzo di acquisto ed un numero maggiore di prodotti incentivabili. E ancora – aggiunge Pisani – chiediamo al Governo di intervenire per rilanciare la somma degli incentivi aggiungendo uno zero alla cifra iniziale così da passare da 300 milioni di incentivi a 3 miliardi, in modo da rilanciare, forse, l’economia italiana”.
“Dulcis in fundo, ma non per questo meno importante (anzi) proponiamo al Governo di dare incentivi per la pasta e per i beni alimentari fondamentali. Ricordiamo che secondo gli ultimi dati Istat le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari
sono diminuite del
3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: un dato allarmante!” ha commentato il Presidente di Noiconsumatori.it
“Il Governo, insomma, deve iniziare ad avviare una politica dei redditi e deve tutelare pensioni e stipendi dall’aumento reale del costo della vita – ha concluso l’avvocato.