Inchiesta bonifiche, Avvocatura perquisita Nel mirino il contratto per l’area flegrea
avvisi di proroga delle indagini. Ieri, per cinque dei nove indagati
per l’inchiesta sulla gestione di fondi pubblici legati alle bonifiche dei siti della Campania da parte della Jacorossi, sono scattate le perquisizioni.
I finanzieri del Comando provinciale di Napoli hanno notificato agli
interessati il decreto firmato dai pubblici ministeri titolari del
fascicolo, i sostituti Ettore La Ragione e John Woodcock.
Un atto che naturalmente funge anche da informazione di garanzia. È
stata una giornata intensa, quella di ieri, per i militari delle fiamme
gialle impegnati a raccogliere dati e ad acquisire nuovi elementi per
conto dell’accusa lungo un asse che va da Napoli a Roma. Nella stessa
inchiesta – come aveva anticipato giorni fa «Il Mattino» – risultano
indagati anche il presidente della Regione Antonio Bassolino e il
prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, sebbene non siano tra i
destinatari delle perquisizioni di ieri.
L’indagine dei pm La Ragione e Woodcock, coordinata dal procuratore
aggiunto Francesco Greco, che coordina la sezione pubblica
amministrazione dell’ufficio inquirente partenopeo – punta i riflettori
su presunte irregolarità nell’affidamento alla società romana Jacorossi
di interventi di bonifica lungo il litorale flegreo. Sullo sfondo resta
ancora una volta l’epoca che ha segnato a Napoli e in Campania
l’emergenza rifiuti.
Le perquisizioni hanno riguardato – oltre alla sede della Jacorossi
imprese – anche l’abitazione capitolina del presidente pro tempore
della società, Ovidio Jacorossi, indagato nell’inchiesta.
I finanzieri hanno poi perquisito l’ufficio dell’Avvocato distrettuale
dello Stato di Napoli Giuliano Percopo presso l’Avvocatura di Stato, le
abitazioni di Arcangelo Cesarano e Raffaele Vanoli, entrambi
subcommissari di governo pro tempore per la bonifica dei siti
inquinati; e la casa di Michele Giustozzi, vicepresidente della
Jacorossi imprese.